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Didattica a distanza: in alta Langa il problema è la connessione

L’ultrabanda? Ad Alba non si sa che cosa sia 1

BOSSOLASCO-MURAZZANO Nell’istituto comprensivo di Bossolasco-Murazzano, dalla scorsa settimana è partita la fase due della didattica a distanza. Vengono organizzate videolezioni per gli alunni di tutti gli ordini di scuola: ovviamente brevi incontri con la scuola dell’infanzia, un po’ più articolati per la scuola primaria e strutturati per la secondaria di primo grado, con tre unità giornaliere di 40 minuti nelle varie discipline. Rimangono ancora alcuni problemi di connettività per una decina di alunni, ma la scuola si sta attrezzando per poter dotare di servizi adeguati anche questi studenti, grazie ai fondi stanziati dal Ministero. L’istituto ha messo a disposizione altri 13 tablet o Pc portatili, arrivando a una dotazione di 52 che si possono concedere in comodato d’uso gratuito: finora ne sono stati consegnati 39.

L’ampia dotazione è legata alle esigenze ordinarie di didattica all’aria aperta praticate nell’istituto, che hanno reso preferibile l’acquisto di dispositivi mobili rispetto a quelli fissi. In questa emergenza, tale orientamento è risultato utile. La didattica a distanza ha coinvolto tutti gli ordini di scuola, «con un approccio graduale per dare la possibilità a ciascuno di affrontare questo nuovo percorso senza eccessive ansie», ha detto il dirigente scolastico Bruno Bruna.

Agli alunni della scuola dell’infanzia le insegnanti mandano, tramite WhatsApp, saluti, letture ad alta voce e giochini, per mantenere una routine quotidiana rassicurante.  Per la scuola primaria si utilizzano diversi canali comunicativi, così da raggiungere tutte le famiglie, attraverso la consegna di letture ed esercizi da svolgere. In alcuni plessi sono anche state organizzate videolezioni. Nella scuola secondaria di primo grado si utilizzava già da anni (e ora si è sfruttata pienamente la piattaforma Google suite for education. Per capire le criticità e i punti a favore, è stato predisposto un questionario per i docenti delle scuole primaria e secondaria. Le principali criticità emerse riguardano: la connessione (41,8 per cento), il coinvolgimento degli alunni (30,9 per cento), la produzione di materiali (18,2 per cento).
Relativamente ai collegamenti Internet, i problemi sono riferiti a una bassa copertura della rete, alla carente stabilità della stessa e ai pochi giga a disposizione di chi utilizza il cellulare come router. Al momento, solo una decina di alunni rileva ancora difficoltà importanti di connessione. Secondo il questionario, l’81,8 per cento dei genitori non ha espresso lamentele, mentre il 7,2 per cento ha fatto presente un carico di lavoro eccessivo e l’11 per cento ha segnalato problemi di connessione e difficoltà a seguire gli alunni facendoli lavorare in questo contesto. L’87,2 per cento dei docenti ha dato una valutazione positiva della didattica a distanza, entrata a pieno regime dopo il 3 aprile.

Un servizio interessante è quello offerto dalla psicologa della scuola Emanuela Sordo, che ha dato la propria disponibilità a colloqui gratuiti via Skype o con videochiamata a docenti, genitori o alunni. Gli studenti, inoltre, hanno partecipato all’iniziativa Andrà tutto bene, realizzando 70 disegni inseriti in un unico poster. Conclude Bruno Bruna: «Sin dall’inizio di questa epidemia, ci siamo detti che il principale obiettivo da perseguire era mantenere aperto e vivo un canale di comunicazione con gli alunni, per farli sentire meno spaesati in questo tempo sospeso. Da questo punto di vista, ritengo che, grazie allo sforzo corale di tutti i docenti, l’obiettivo sia stato in gran parte raggiunto. Mi auguro che si possa rientrare quanto prima alla normalità e che da questa esperienza negativa possano nascere una scuola e una società migliori».

Giorgia Barile

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