Economia: attenzione alla salute, ma bisogna ripartire

Cronache dal coronavirus: gli operai iniziano a tornare in fabbrica
Foto di repertorio

IMPRESE È prevalsa la linea che voleva una data unica per le riaperture delle aziende. Nonostante il pressing di molti settori produttivi, i tempi non sono stati forzati e anche per la provincia di Cuneo lo scenario non cambierà sino al 4 maggio. Nel presentare, domenica sera, le linee guida del nuovo Dcpm, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha confermato la cessazione del blocco per manifattura, edilizia e commercio all’ingrosso funzionale ai primi due. Le imprese entreranno nella Fase 2 a partire dalla prossima settimana e lo faranno in osservanza delle nuove regole dettate dal protocollo di salute e sicurezza.
L’aggiornamento del documento, approvato dalle parti sociali lo scorso venerdì 24 aprile, prescrive misure anticontagio che in caso di mancata attuazione possono comportare la sospensione dell’attività. Continuerà a essere favorito il lavoro a distanza, mentre per i processi produttivi che implicano il contatto più stretto i dipendenti sono tenuti a indossare mascherina chirurgica.
Anche gli ambienti di lavoro dovranno conformarsi, adottando nuove disposizioni, alla necessità del distanziamento sociale. «Riapriamo ma con la necessaria cautela. L’aggiornamento del protocollo sanitario è un miglioramento molto apprezzabile. Ottimo strumento i cui princìpi dovranno essere applicati anche alle nostre campagne», dichiara Davide Masera, segretario provinciale di Cgil, che richiama la necessità di tutelare anche gli stagionali dell’agricoltura. I sindacati si preparano a celebrare il primo maggio, festa dei lavoratori, in una condizione di grande incertezza.
Spiega Enrico Solavagione a capo della Cisl cuneese: «La tutela della salute al primo posto, ma non possiamo nascondere la preoccupazione per la situazione occupazionale. In molti settori posti di lavoro a rischio, la ripresa è delicata anche per questo». Nonostante le tante richieste pervenute in questi giorni alla Prefettura, soprattutto da piccole imprese, nessuna riapertura in tempi record, ma da Confindustria proviene l’assicurazione che le aziende sono pronte e hanno impiegato al meglio il tempo trascorso con stabilimenti a mezzo servizio o chiusi del tutto. Prosegue Solavagione: «Lavoriamo pancia a terra,a fianco delle aziende perché non è il momento delle divisioni. È l’ora di remare tutti nella medesima direzione: riapertura in sicurezza senza lasciare indietro nessuno».

Alessio Degiorgis

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