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Govone: la didattica a distanza porta la scuola in casa

Appello ai sindaci: ci vuole più umanità con noi anziani e l’apertura delle scuole

GOVONE La chiusura forzata delle scuole ha modificato radicalmente la quotidianità delle famiglie con l’applicazione della didattica a distanza. Ne parliamo con la professoressa Gabriella Benzi, dirigente da nove anni dell’istituto comprensivo di Govone, che comprende 12 plessi in 5 Comuni della sinistra Tanaro. «La didattica a distanza non è frutto di improvvisazione né tantomeno esistono formule immediate e facili da applicare. Il nostro istituto ha investito in questo senso da anni e fin dai primissimi giorni della crisi ha cercato di dare risposte attive e responsabili al dramma umano e sociale che si andava profilando, rimarcando la nostra presenza accanto alle famiglie», afferma il dirigente scolastico.

«Si sono delineate modalità di intervento attraverso videolezioni, registrazioni, video, dispense e presentazioni. Si è voluto mantenere costante il dialogo tra la scuola, gli insegnanti e gli alunni con le loro famiglie. La scuola è entrata nelle case seguendo orari precisi e concordati, riducendo il tempo e il carico di lavoro, ma chiedendo la conferma di un patto reciproco, basato sul rispetto delle regole», prosegue la professoressa Benzi.

Capofila in tema di innovazione, in quanto Polo regionale per il movimento delle avanguardie educative, anche l’istituto comprensivo di Govone guarda a settembre con tutte le incognite del caso. Conclude il dirigente scolastico: «Non sappiamo ancora esattamente cosa succederà, anche se ci stiamo ragionando. È chiaro che l’innovazione scolastica costante può essere un punto di riferimento preciso, per questo attraverso le reti di Avanguardie educative a supporto dell’emergenza sanitaria, abbiamo creato un gemellaggio con 48 scuole di ogni ordine e grado del Piemonte, 14 del Piacentino e 7 del Milanese, così da creare tavoli di lavoro per individuare non solo soluzioni immediate, ma anche percorsi da attuare in futuro se il digitale, come si vocifera, dovesse rimanere non una didattica di supporto, ma la forma che consentirà lo svolgimento regolare del prossimo anno».

r.s.

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