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Il catechismo a casa, in quella piccola Chiesa che è la famiglia

Alla ricerca del bene comune  in una società frammentata con Francesco Belletti direttore Cisf

INIZIAZIONE CRISTIANA La situazione sanitaria ha imposto di ripensare anche la catechesi. La chiusura delle scuole ha portato come conseguenza immediata alla sospensione degli incontri di catechismo, con il rischio di un’involontaria sottolineatura dell’equazione ancora troppo stretta tra catechesi e scuola, che si ripercuote anche sul piano dei contenuti e dei modi.

All’inizio dell’epidemia i percorsi si sono fermati e nessuno immaginava che le restrizioni sarebbero durate tanto. Poi, anche il mondo della catechesi ha preso parola. Ha cercato i modi per non fare mancare l’annuncio. I catechisti e i sacerdoti hanno (ri)preso – e forse mantenuto – i contatti (virtuali) con i ragazzi e con le famiglie. Dal vuoto iniziale si è forse passati troppo in fretta al boom delle proposte, sia dalle parrocchie che da quanto si poteva trovare nella vastità della Rete, tra rischi di improvvisazione e di eccesso di materiali tra cui scegliere. Oltre ai molti momenti di preghiera e alle altrettanto numerose riflessioni per gli adulti, alcuni parroci si sono attivati con proposte di momenti di riflessione su Facebook anche per i più piccoli e per i ragazzi, con riferimento alla parola di Dio dell’anno liturgico e alle esperienze di condivisione della fede in casa.

La nostra diocesi di Alba vive situazioni e contesti molto diversi tra loro che incidono su differenti modalità e approcci al tema dell’annuncio e della catechesi. La scelta del nostro servizio pastorale diocesano è stata quella di non produrre ulteriori sussidi, ma di proporre sulla propria pagina Web, segnalata a tutti i catechisti in mailing list, una scelta di buone pratiche e materiali da poter prendere a modello, condivise dalla Cei e da altre realtà significative. I criteri sono stati la capacità di toccare i vissuti “dal di dentro” delle situazioni attraverso modalità narrative centrate sulla parola di Dio e la facilità di utilizzo degli strumenti. L’intento è quello di comunicare l’importanza della condivisione oltre il protagonismo individuale, dell’essere Chiesa e del camminare insieme, accogliendo le buone proposte che già ci sono, evitando il rischio della sovrabbondanza inutile.
Dove la comunità era sentita anche prima delle restrizioni dovute al virus, le esperienze significative non sono mancate. In una delle nostre parrocchie, in occasione degli auguri di Pasqua e con la guida dei catechisti, i bambini e i ragazzi dell’iniziazione cristiana hanno unito insieme i loro video-messaggi preparati in casa con le famiglie e hanno raggiunto tutte le case, come segno di vicinanza e comunione, in un abbraccio che ha portato calore anche nelle esperienze di sofferenza per la malattia e per i lutti.

Quanto mai prima d’ora, questo periodo ha mostrato la centralità originaria della famiglia nell’esperienza della fede, puntando sulle relazioni umane. L’unica Chiesa sta vivendo nelle molte chiese domestiche, nella preghiera e nella testimonianza di carità e fede. Ancora troppo spesso nella catechesi la famiglia resta il destinatario di un processo che non parte da lei, perché è diffuso il pensiero troppo frettoloso che le famiglie siano lontane dalla fede perché lontane dalla Chiesa. Occorre (re)imparare l’uso degli strumenti di comunicazione (che per molti rischiano di restare sempre “nuovi”), perché non è vero che tutti sanno usarli senza una guida.

Bisogna ringraziare i catechisti per il grande lavoro e sforzo di aggiornamento che in questo periodo stanno svolgendo, a partire da quanti hanno seguito la formazione diocesana con i Beni culturali, proseguita anche on-line. È prezioso il lavoro comune tra tutte le figure e le dimensioni pastorali, per camminare nell’unico annuncio, che è Cristo morto e risorto.

Edoardo Marengo, direttore Ufficio catechistico diocesano

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