Indicavano destinazioni fittizie per evitare le requisizioni alla dogana delle mascherine: quattro nuove denunce

GUARDIA DI FINANZA DI CUNEO: CONTROLLI E SEQUESTRI NEL SETTORE TURISTICO

TORINO Introducevano mascherine chirurgiche e di tipo Ffp2 dalla Cina usando i varchi aeroportuali di Ciampino e Malpensa. Evitavano i controlli e le requisizioni alla Dogana indicando come false destinazioni dei dispositivi Comuni e Associazioni, fatti figurare come destinatari di distribuzioni mai avvenute; quindi stoccavano le forniture in alcuni depositi nei paesi della cintura torinese e nel centro campano di Maddaloni. È un nuovo capitolo dell’inchiesta incominciata, la scorsa settimana, dagli uomini della Guardia di finanza di Torino, con risvolti operativi nel Cuneese: tra gli ignari (e fittizi) destinatari delle mascherine c’erano, infatti, comuni e associazioni della Granda, estranei alla vicenda. Grazie a questo stratagemma, quattro imprenditori di origini cinesi, evitavano la “grana” di una requisizione alla dogana, prevista per ragioni di salute pubblica da un Decreto Legge del 31 gennaio. La misura, varata per combattere l’emergenza Covid-19, comporta infatti il “solo” rimborso, secondo i prezzi di mercato al 31 ottobre 2019, del materiale, senza considerare gli aumenti legati alla domanda degli ultimi mesi.

Un noto market di Moncalieri, un ristorante sushi di Orbassano chiuso per la pandemia (fra i tavoli decine di scatoloni di mascherine impilati), sedi legali fittizie fra le vie di Torino e partite Iva per l’importazione aperte ad hoc, tutto per sfruttare il momento di necessità. Progetti imprenditoriali in grande che avrebbero fruttato l’introduzione, ogni settimana, di 5 milioni di mascherine, da riversare poi sul mercato italiano. Nella rete della Fiamme gialle è finito anche un laureato del Politecnico di Torino, un ventiseienne anch’esso di origini cinesi, presentatosi, per la deposizione, a bordo di una lussuosa autovettura con autista e interprete. Assieme alle mascherine, 400mila in totale fra Piemonte e Campania, sono stati rinvenuti anche 700 “tamponi” non conformi alle normative vigenti. Le mascherine recuperate verranno destinate, questa volta per davvero, alle autorità di Protezione civile.

Davide Gallesio

 

 

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