Ultime notizie

Lettere aperte a personaggi che popolano i Vangeli

Lettere aperte a personaggi che popolano i Vangeli 1

LIBRO  «Carissimo uomo polveroso, affronta queste pagine senza paura, perché sono pagine piene di errori, per far spazio a frasi sbagliate all’interno di una Storia giusta. Non scandalizzarti delle tante ferite, non provare a guardare altrove e, per favore, insanguinati le mani per medicarle»: così inizia la raccolta epistolare di Carlo Pizzocaro che, scrivendo «a chi ha visto la vita in faccia», ricorda a ciascuno il senso del dubbio, della domanda prima ancora che dell’avere fede.

Molti volti, una vittoria. Lettere a chi ha visto la Vita in faccia
Carlo Pizzocaro
edizioni San Paolo
208 pagine
12,50 euro

Un incontro di fede che per l’autore è stato fondamentale, ma che non ha sopito i dubbi, laddove avere fede non equivale a raggiungere la serenità, perché credere non elude il dubbio, o quanto meno solo quello scettico e infondato o pregiudiziale. Credere è farsi domande, non adagiarsi sulle risposte.

Quaranta lettere aperte a quaranta personaggi che popolano i Vangeli dei giorni precedenti e seguenti la Lettere aperte a personaggi che popolano i Vangelipassione di Gesù: da Lazzaro a Caifa, da Giuda a Giovanni e Pietro, tutti questi co-protagonisti che popolano lo scenario della morte e risurrezione di Gesù trovano un volto nuovo e originale nelle brevi, essenziali e incisive missive che l’autore, una delle penne più vivaci del panorama letterario di quella che ormai possiamo chiamare la nouvelle vague della spiritualità italiana, invia loro. Così, Giovanni, che giunge per primo al sepolcro, diviene il «piè veloce», Filippo il primo «influencer» della storia cristiana; ancora, Caifa e Anna vengono proposti come gli esempi del bullismo e della sordità di fronte alla voce del vero. A Maria di Magdala, colei che consuma l’olio per i piedi di Gesù, Pizzocaro scrive: «Carissima donna sprecona, grazie della tua leggerezza. Senza di te, infatti, queste pagine di passione porterebbero con sé soltanto l’odore acre del morire, mentre, grazie alla tua comparsa, si intridono del profumo della leggerezza. Leggerezza di chi, come te, si preoccupa semplicemente di compiere una buona azione». E poi c’è il taccagno Giuda, ci sono i pessimisti e gli speranzosi. Rivolto a Lazzaro, l’amico di Gesù morto e riportato in vita, l’autore scrive: «Guardandoti, trovo la ragione di credere nella seconda chance… Il tuo stare sulla scena scrive sul copione del Vangelo e sul vangelo della mia vita la poesia del ritorno come provvidente benedizione: non sei ritornato perché qualcosa era andato storto, ma perché qualcuno ti ha amato».

Ognuna di queste lettere offre un’immagine di noi stessi, credenti e non, quali uomini con i limiti, le paure, le domande di senso e le speranze.

c.w.

Banner Gazzetta d'Alba