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Si ripartirà dal turismo di prossimità. Bongioanni spinge per la riapertura del castello di Valcasotto

GARESSIO Il castello di Valcasotto, che si trova a Garessio, bene culturale di proprietà della Regione  ma chiuso alle visite da 10 anni, potrebbe essere l’esempio di quel turismo di prossimità su cui si dovrà puntare alla riapertura del comparto alla fine della crisi sanitaria.

Si ripartirà dal turismo di prossimità. Bongioanni spinge per la riapertura del castello di Valcasotto

Nel corso del Consiglio regionale del 7 aprile Paolo Bongioanni (Fratelli d’Italia), presidente della  commissione su cultura turismo e sport, ha presentato un ordine del giorno impegnando la Giunta regionale a riaprire il castello di Valcasotto. «Alla ripartenza delle iniziative culturali e turistiche, per i primi mesi, dovremmo immaginare un turismo di prossimità», spiega Bongioanni ricordando un sopralluogo fatto a ottobre proprio nella struttura di Garessio. «L’ala Nord del castello può essere riaperta al pubblico, con le conseguenti ricadute economiche e occupazionali che un bene di quel livello può generare. La riapertura del castello può essere funzionale a fornire un volano economico per quelle aree che stanno subendo uno spopolamento progressivo, tipico di alcune aree montane, per un turismo di prossimità, all’indomani della crisi epidemiologica; inoltre trovandosi sul crinale dello spartiacque con la Liguria, il castello può attrarre visitatori, da un bacino estremamente sensibile a questa tipologia di offerta. Abbiamo un bene culturale chiuso da 10 anni, di proprietà della Regione Piemonte sul quale sono stati investiti, a partire dalla Giunta Ghigo, 10 milioni di euro. A oggi, da parte del settore patrimonio, sono in corso  due azioni, per un totale di 3 milioni e 600 mila euro, che riguardano il recupero della cappella reale e il restauro dell’ala Sud».

Bongioanni ricorda anche che ci sono arredi del castello di Valcasotto conservati al centro restauri della Reggia di Venaria  che aspettano solo di essere riposizionati nelle sale che li ospitavano prima del restauro.

 

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