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Un pendolo che oscilla tra timore del virus e desiderio di solidarietà

Un pendolo che oscilla tra timore del virus e desiderio di solidarietà

QUARANTENA/3 Dopo aver indagato esperienze e sofferenze vissute durante la quarantena, abbiamo tentato di capire come la gente immagini il futuro.

«Il domani cambierà per via del distanziamento sociale, che ancora dovrà proseguire dopo l’attesa riapertura delle attività. Poi, dimenticheremo», dice un lettore. E un altro: «Mancheranno la vicinanza fisica, gli abbracci, ma prima o dopo tutto passerà e si ritornerà alla normalità». L’oblio, l’azzeramento della memoria come orizzonte possibile, spaventa tutti. Perché dimenticare adesso vorrebbe dire aumentare le probabilità di ripetere gli errori. Aggiunge un terzo: «Tutto diventerà meno facile, i rapporti sociali saranno pervasi da una accresciuta mancanza di fiducia, fatta eccezione per la classe medica, che ha dimostrato di non abbandonare il proprio posto nelle difficoltà».

Le opinioni sembrano pervase di un vago pessimismo, come se mancasse fiducia nella capacità umana di apprendimento ed evoluzione. A questa tendenza fa da contrappeso un pensiero opposto, antidoto al negativismo: «Dopo la pandemia da Covid-19 respireremo più tolleranza, apprezzamento maggiore per ciò che abbiamo e avremo rispetto più grande dell’ambiente».

E ancora: «Spero riusciremo ad apprezzare di più l’essere comunità, il vivere con gli altri. A vedere l’altro come elemento necessario per la nostra felicità personale e non solo come qualcuno con cui condividiamo il mondo». E infine: «Sarà un lungo percorso. Mi piacerebbe dire che abbiamo imparato ciò che è veramente importante nella vita, ma non sono molto fiduciosa… Speriamo in una maggiore solidarietà sociale».

Nel complesso ricorre, però, il desiderio di recuperare sui danni inflitti alla natura e di ridurre l’impatto umano sull’ambiente, considerato responsabile della caduta sanitaria ed economica. Importanti i racconti di vita vissuta: «Sono disoccupato e ho iniziato a cercare lavoro prima della crisi. Con l’inizio del contagio le attività sono quasi tutte chiuse e io mi sto mantenendo con i risparmi (pochi) che ho». Oppure, dice il titolare di un negozio per animali: «La mia attività rimane aperta con orario ridotto, ma ho dovuto sospendere il servizio di toelettatura. La clientela si è dimezzata, dato che le persone di paesi limitrofi non possono raggiungermi. Il fatturato è molto più basso, in futuro potrei avere problemi economici».

Anche i giovani se la passano male: «Sono un neolaureato in cerca di occupazione e temo che l’offerta di lavoro potrà subire una diminuzione a causa della crisi economica che mi pare davvero inevitabile e imminente».

r.a.

INCHIESTA: TUTTI SOTTO STRESS

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