Disabili, l’urlo di dolore di chi è invisibile a tutti

Disabili, l’urlo di dolore di chi è invisibile a tutti 1

IL CASO Giusy ha 53 anni ed è mamma di una ragazza con disturbi dello spettro autistico: «Vorrei che l’attenzione di tutti fosse rivolta su una consistente e variegata fetta di popolazione che spesso viene trascurata e resa invisibile al resto della società: le persone con disabilità e le loro famiglie. Anche a norma di Costituzione lo Stato deve adottare tutte le misure necessarie per garantirne sempre la protezione».

Disabili, l’urlo di dolore di chi è invisibile a tutti 2Eppure, nel periodo di emergenza sanitaria che stiamo vivendo a livello planetario, le famiglie italiane che hanno disabili da seguire si sentono più che mai sole. Prosegue Giusy: «Da marzo bambini, ragazzi, adulti con handicap hanno dovuto rinunciare – come chiunque altro, certo – alla propria quotidianità. Ma per individui con problemi come i nostri la difficoltà è molto più grande! Il fatto di essere privati della possibilità di frequentare i centri diurni, le associazioni e i gruppi, ha lasciato un grande vuoto e un grave problema per i genitori, che contavano su questi servizi. Mi auguro che nelle prossime settimane possano essere messe in atto le misure necessarie affinché mia figlia e tutto il resto della comunità di disabili possano tornare a svolgere le loro attività. Non siamo invisibili, ma individui sensibili e pieni di reali e riconoscibili capacità».

Spiega invece Elda, un’altra donna in una drammatica situazione: «Ci siamo abituati da sempre a essere ignorati, ma adesso non ce la facciamo proprio più. Nemmeno il presidente del Consiglio, che si è preoccupato di parlare agli italiani della Fase 2, ha chiarito il da farsi per i disabili e le loro famiglie. Mi sento abbandonata dallo Stato. Mio marito è un disabile psichico e oncologico e in questi due mesi siamo stati lasciati del tutto soli a gestire questa tremenda situazione. Inoltre, a febbraio mi è stato annullato il reddito di cittadinanza, senza alcuna comunicazione da parte dell’Inps. Sono andata a fare l’estratto conto per pagare l’affitto, il gas e la luce ma siccome i soldi non c’erano sono tornata indietro, come bastonata. Sono rientrata in casa: stavo così male che mi sono dovuta sdraiare… Non voglio neanche pensare a cosa succederà in futuro». Prosegue Elda: «Devo ringraziare, invece, l’associazione Angeli di ninfa, che mi ha sempre sostenuto amorevolmente».

Ad Antonella Cavallini, presidente dell’associazione per persone autistiche –che ha sede a Carmagnola, Disabili, l’urlo di dolore di chi è invisibile a tuttima che opera anche a Sommariva del Bosco e a Piobesi – chiediamo invece un commento: «È l’urlo delle mamme, donne disperate, che nessuno vuole ascoltare: fanno un enorme lavoro, prendendosi cura dei loro figli o dei mariti disabili sempre, ma in tempo di Covid-19 sono state eroiche. Senza centri diurni aperti, senza alcun tipo di assistenza hanno dovuto affrontare la difficoltà 24 ore su 24, da sole. Sono persone invisibili, che si sentono abbandonate dalla società: se escono a fare una passeggiata, c’è persino chi le insulta. Gli autistici spesso non riescono a comprendere il problema legato al coronavirus e reagiscono a modo loro».

Ex operatrice sociosanitaria, Cavallini ha fondato nel 2015 l’associazione Angeli di ninfa: «Eravamo poche donne che s’incontravano per recitare il Rosario; siamo cresciute poco a poco e abbiamo deciso che, oltre a pregare, fosse necessario agire». Oggi, Angeli di ninfa ha una cinquantina di soci e un grande progetto: un centro per ragazzi autistici a Carmagnola. Intanto, si propone di fare sentire la voce degli invisibili, delle persone che nessuno vuole ascoltare. Gazzetta d’Alba ha raccolto l’appello e si prepara a riprendere – non appena le attività dei centri saranno riattivate – la striscia di fumetti realizzata dai ragazzi autistici.

Maria Grazia Olivero

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