TORINO È iniziato da parte del Consiglio regionale, nella mattinata di lunedì 25 maggio, l’esame della legge regionale Riparti Piemonte che contiene una serie di misure per favorire la ripresa dell’economia e della società con stanziamenti, moltissimi a fondo perduto, per aziende, famiglie e lavoratori. In programma dieci ore di sedute giornaliere fino a mercoledì.
Nel corso del dibattito i consiglieri del Movimento 5 stelle hanno protestato contro le norme urbanistiche contenute nel provvedimento esponendo dei cartelli con la scritta Stop a al cemento della Lega.
«È la prima protesta avvenuta in videoconferenza nella storia del Consiglio regionale del Piemonte, un primato di cui avremmo fatto volentieri a meno», spiega il consigliere dei 5 stelle Ivano Martinetti. «La contestazione nasce per denunciare la colata di cemento che arriverà sul territorio con le scellerate scelte di questa Giunta. Sarà un Riparti cemento e con esso maggiore rischio idrogeologico, meno sicurezza per i cittadini e nuove spese per porre rimedio ai danni di alluvioni ed esondazioni».
«Le alternative non mancano», spiegano dal gruppo del Movimento. «Abbiamo proposto alla Regione di incentivare chi vuole ristrutturare e rendere più efficiente la propria casa in armonia con i provvedimenti del Governo (per renderla più sostenibile aumentando anche il valore), oppure agevolare il riuso di aree industriali dismesse o inutilizzate. Proposte che sono cadute nel vuoto. L’idea di sviluppo del centrodestra regionale è ancora ferma agli anni ‘50 mentre il resto dell’Euorpa pensa ad un nuovo green new deal».