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Italia nostra: Riparti Piemonte è una nuova cementificazione

L’associazione critica duramente il decreto che la Giunta Cirio vuole fare approvare

Italia nostra: Riparti Piemonte è una nuova cementificazione

EDILIZIA  Il decreto denominato Riparti Piemonte, che la Giunta regionale vuole portare all’approvazione, viene criticato duramente dall’associazione Italia nostra.

Angelo Mallamaci, presidente della sezione braidese, sottolinea: «La Giunta Cirio, con la scusa dell’emergenza sanitaria, vuole di fatto eliminare qualsiasi controllo sugli interventi edilizi e urbanistici (anche nei centri storici) con effetti devastanti sul già pesantemente compromesso territorio del Piemonte, una regione tra le prime in Italia per cementificazione e consumo di suolo».

La presa di posizione ufficiale del consiglio regionale di Italia nostra porta la firma del presidente Adriana Elena My, anche lei braidese.

L’associazione contesta l’affermazione della Giunta regionale che recita: «Il Piemonte si pone all’avanguardia di una terapia shock per un comparto, come quello dell’edilizia, che dà occupazione a tantissime persone e segna il tasso di sviluppo di un territorio. La rivoluzione della semplificazione spazzerà via anni di immobilismo, dando una scossa al tessuto economico della Regione e facendo scuola in tutta Italia».

Rimarca Italia nostra: «È certo una terapia shock quella proposta, nella direzione della massima semplificazione tramite la riduzione di oneri e adempimenti in materia di urbanistica, edilizia e di paesaggi, deregolando finanche le norme antimafia. Ma quale rapporto costi-benefici? Quali vantaggi per la collettività ora e per le generazioni a venire? Evidenti sono le ulteriori compromissioni del nostro territorio a fronte delle deroghe ai Piani regolatori, che lasciano campo libero all’edificazione tramite varianti “parziali” che aprono all’abusivismo edilizio; omettono la congruenza alla pianificazione sovraordinata e in primis al piano paesaggistico; per gli insediamenti d’interesse storico-artistico passano le competenze dalla commissione regionale alle commissioni locali del paesaggio».

Per Italia nostra del Piemonte non ha senso che la Regione impegni a bilancio 50 milioni di euro a copertura totale o parziale degli oneri di urbanizzazione dovuti ai Comuni da cittadini e imprese per interventi edilizi, «quando gli stessi incentivi potrebbero essere indirizzati alla ristrutturazione dell’esistente, alla messa in sicurezza del nostro territorio e/o rivolti a interventi di recupero e restauro rispettosi dei nostri beni e del nostro paesaggio. L’attuale pandemia non ha insegnato a proteggere e gestire al meglio i nostri luoghi di vita, le aree agricole, i parchi, i boschi, la acque?».

Aggiunge Adriana Elena My a nome dell’associazione: «Non è fondamentale per il rilancio del settore turistico, fortemente in crisi, garantire la qualità dei territori, invece che “favorirlo” con provvedimenti che compromettono spazi liberi e l’armonia di borghi e città, in cui si permetterà di demolire e ricostruire senza rispettare volumetrie e sagome preesistenti? Se il Consiglio regionale vuole “far scuola in tutt’Italia”, dovrebbe impegnarsi a produrre un modello virtuoso, economicamente premiante oggi e in prospettiva».

r.d.b.

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