Ortodossi al tempo del virus

Ortodossi al tempo del virus

RELIGIONI Durante il lockdown le comunità religiose ortodosse hanno seguito le disposizioni del Governo, che prevedevano la sospensione delle funzioni religiose alla presenza dei fedeli. «Come i cattolici, anche noi abbiamo rispettato la chiusura della nostra chiesa. Ho solo celebrato la Pasqua a porte chiuse, senza i fedeli», spiega padre Mihajlo Matevski, sacerdote della comunità ortodossa macedone.

Domenica, per la prima volta, è stata riaperta la chiesa di San Michele a Neive con le misure prescritte. Nelle chiese ortodosse non ci sono i banchi e le persone seguono la funzione in piedi: sul pavimento sono stati messi dei contrassegni per indicare la distanza prescritta; una delle porte è stata destinata all’entrata, l’altra all’uscita. «Ho preferito non celebrare in streaming per evitare che i fedeli si presentassero comunque alle funzioni. Ci stiamo organizzando per la ripresa delle funzioni, anche se non è facile. Abbiamo anche dovuto posticipare alcuni battesimi: speriamo di poterli celebrare a fine giugno».

Gli ortodossi romeni, che ad Alba hanno in concessione dalla diocesi la chiesa di Santa Caterina, sono stati a Messa l’ultima volta l’8 marzo. Padre Zacaharia Catalin ha continuato a celebrare tutte le domeniche a porte chiuse, trasmettendo le funzioni grazie a Internet. «La prima è stata il 21 maggio, per la festa dei santi Costantino ed Elena. Erano presenti circa venti fedeli. La chiesa può contenere 150 persone, ma ora ne possono entrare solo una trentina».

Anche in questo caso ci si è adeguati alle norme: sono stati predisposti ingresso e uscita differenti, con affisse le regole da seguire; i posti sono stati segnati con crocette a un metro e venti l’uno dall’altro.

I romeni si riuniscono per le celebrazioni in Santa Caterina dal 2001: all’inizio la Messa veniva celebrata una volta al mese; ora le funzioni sono tutte le domeniche e per le festività. Ad Alba, gli ortodossi romeni sono circa milletrecento, ai quali si aggiungono circa tremila persone dei Comuni di Langa e Roero. «Per accogliere più fedeli e garantire la sicurezza, per i prossimi tempi celebreremo anche all’aperto, nel cortile adiacente. La Messa è celebrata sia in romeno che in italiano, per permettere la comprensione delle funzioni anche ai più giovani e alle coppie miste, con i loro figli».

Silvana Fenocchio

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