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Scopriamo perché balbettare si dice Chëcchëzé in piemontese

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Chëcchëzé: Essere balbuziente, balbettare, tartagliare, balbuzzare, balbutire

Se ci trovassimo nel pressi della Puglia, la parola di oggi suonerebbe ambigua scritta così, oltremodo censurabile. Per i piemontesi, invece, chëcchëzé racconta una caratteristica nella pronuncia della parola, la cosiddetta balbuzie.

L’etimologia è presto fatta, si tratta di un’onomatopea originata dalla radice KAK, che esprime il ‘rumore vocale’; esempio assonante è la cacofonìa. Tra le zone pedemontane, vi sono diverse varianti della parola: chëcchësé, chëcché, cachëzzé, tartajé.

Sapevo la storia di un tale che un mattino si reca dalla cascina del vicino e comincia in tono lamentevole a balbettare: i-i-i-è ër t-t-t-ò gàt c-c-c-o fa bau-bau-bau. Un po’ insolente, viene rispedito a casa, sentendosi dire che i gatti non fanno ‘bau’. L’indomani, costui torna raccomandandosi con il vicino di farlo finire di parlare e torna a ripetere: i-i-i- è ‘r tò gat c-c-c-o fffa bau-bau-bau bauré ‘l mé can tuta ra neut! (il tuo gatto che fa abbaiare il mio cane tutta la notte!).

Un’altra vicenda è quella accaduta su un furgone dove due artigiani (il passeggero balbuziente) erano in viaggio sull’autostrada. D’un tratto l’autista comincia a sentire un suono sconosciuto, probabilmente derivante da un guasto al mezzo: uno sfiato dalla ruota? Oppure dal cofano! Dopo essere scesi entrambi e aver verificato che tutto fosse a posto, i due si sono messi in carreggiata per riprendere il viaggio. Poco dopo ricomincia quel misterioso sfiato fino a che, finalmente, viene svelato il trucco, poiché il passeggero esclama: f-f-f-f-f-orse o s beu-beu-beuta a pieuve! (forse si mette a piovere!). Ecco cos’era quel suono!

Ora, abbiamo scherzato in modo bonario e lungi dal canzonare chi realmente ha tendenza alla balbuzie, da certuni vissuta anche con tormento. Mi permetto un consiglio: quando vi succede di dialogare con qualcuno che ha questa caratteristica, non terminategli la parola che sta cercando di dire, anche se l’avete già intuita! Mettiamoci nei panni: quanta sofferenza non poter finire una frase!

Paolo Tibaldi

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