Sì parenti e amici «stretti», ma solo entro il Piemonte

Sì parenti e amici «stretti», ma solo entro il Piemonte

RIPRESA  Le prime Regioni a introdurne l’obbligo sono state la Lombardia e la Toscana, ma ora a prevederlo è il decreto annunciato il 26 aprile dal premier Giuseppe Conte e recepito da nord a sud con ulteriori ordinanze: fino al 17 maggio, le mascherine sono obbligatorie anche in Piemonte, con riferimento a tutti i luoghi chiusi accessibili al pubblico e a tutte le situazioni in cui non sia possibile garantire la distanza interpersonale di almeno un metro. L’obbligo è stato introdotto anche per tutti i mezzi del trasporto pubblico, che in Piemonte è ripartito al 50 per cento. Sul sito del Ministero dell’interno è disponibile la nuova autocertificazione; quella vecchia rimane valida, cancellando le diciture non più attuali.

Tornando alle mascherine, gli unici esentati dall’indossarle, secondo l’ordinanza piemontese del 2 maggio firmata dal governatore Alberto Cirio, sono i bambini con meno di sei anni e le persone con forme di disabilità non compatibili con il loro uso continuativo. Il loro utilizzo è invece obbligatorio per tutto il personale addetto alle vendite dei negozi e dei mercati, che dovranno munirsi anche di guanti monouso. «Con la nuova ordinanza, abbiamo recepito quanto è previsto dal nuovo decreto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, anche se, perché tutto vada per il meglio, sarà indispensabile il senso di responsabilità di ognuno», ha premesso Cirio. Di certo, con la Fase 2 scattata ieri, le novità non mancano. La più rilevante, dopo due mesi di divieto di ogni tipo di rapporto sociale al di fuori dal proprio nucleo familiare, è la possibilità di incontrarsi con i propri congiunti, in Piemonte come nel resto d’Italia.

Dopo giorni di dubbi, il sito del Governo ha precisato con quali persone ci si può incontrare e con quali modalità. Per quanto riguarda il primo aspetto, si considerano congiunti: i coniugi, i partner conviventi e legati da un’unione civile, le persone legate da uno stabile legame affettivo, ma anche i parenti fino al sesto grado e gli affini fino al quarto grado. Entrano quindi nell’elenco i fidanzati e gli «amici stretti». Sul fronte delle modalità, rimane il divieto assoluto di assembramenti e l’obbligo di indossare le mascherine, mantenendo la distanza interpersonale. Anche se, come si precisa sul sito di palazzo Chigi, «è comunque fortemente raccomandato limitare al massimo gli incontri con persone non conviventi, poiché questo aumenta il rischio di contagio».

In ogni caso, le visite ai congiunti rientrano tra i motivi di necessità per cui è consentito spostarsi all’interno della propria regione, insieme alle altre tre voci già previste nella Fase 1: oltre allo stato di necessità, il lavoro, un’assoluta urgenza o questioni di salute. A parte gli spostamenti a fini lavorativi, per i quali sarà sufficiente esibire un tesserino di riconoscimento o un altro documento fornito dal datore di lavoro, in tutti gli altri casi rimarrà necessaria l’autocertificazione, in una nuova versione pubblicata sul sito del Viminale. Oltre a questo, al di fuori della propria regione, ci si può invece spostare solo per motivi legati alla salute.

Sempre sul fronte degli spostamenti, l’altra novità rilevante riguarda la possibilità di praticare sport anche lontano da casa, archiviando il limite dei duecento metri. Anche in questo caso, bisogna mantenere la distanza di un metro e si può raggiungere il luogo di allenamento anche con mezzi pubblici o privati. La bicicletta può essere utilizzata.

Ha sollevato dubbi anche il discorso legato alle seconde case, che l’ordinanza piemontese ha regolamentato in modo chiaro: si possono raggiungere esclusivamente per svolgere attività di manutenzione necessarie per la conservazione del bene o per motivi indifferibili e urgenti, purché si trovino in Piemonte e si rientri a casa in giornata.

f.p.

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