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Vivere la quarantena in famiglia: le mamme e i papà alle prese con i ragazzi 24 ore su 24

Vivere la quarantena in famiglia: le mamme  e i papà alle prese con i ragazzi 24 ore su 24

LA STORIA  Le restrizioni portate dal coronavirus vedono tra i più coinvolti figli e genitori, chiamati a proteggere i piccoli dall’onda di una pandemia dagli effetti devastanti, cercando di rendere meno pesante una dimensione nuova, senza scuola, amici, uscite, sport e momenti di svago. Ecco quindi mamme e papà reinventarsi educatori, maestri, animatori per un’esperienza, la quarantena, che alla fine potrà rinforzare il rapporto genitore-figlio.

Certo, non è una condizione semplice, influenzata anche dalla dimensione ambientale nella quale vive la famiglia, non sempre dotata di un giardino in cui far sfogare l’esuberanza dei più piccoli. «Vivo in un appartamento in centro ad Alba», spiega Sonia, 36 anni, mamma di Matteo, di 12: «Non è facile riuscire a contenere la sua voglia di svago. La scuola aiuta con lezioni da seguire via Pc, ma nei momenti liberi è complicato. Se, in condizioni normali, viveva assorbito dal suo smartphone, oggi pare impazzire se non può uscire per incontrarsi con i suoi amici. Io tento di coinvolgerlo, invitandolo a fare con me alcune attività domestiche, gli suggerisco film da vedere insieme e ho provato a leggere con lui qualche libro leggero, ma vedo che la sua soglia di attenzione è davvero bassa».

Afferma Giovanna, 30 anni, separata, mamma di Sofia di 8 anni: «Mia figlia ha compreso la situazione, è tranquilla, diligente, si mette la mascherina quando va dal papà e si lava sempre le manine. Il coronavirus l’ha fatta crescere più in fretta e l’ha resa più responsabile. Io cerco di renderle le giornate meno pesanti, coinvolgendola, giocando e passando tempo con lei. Non voglio che perda la sua solarità a causa della quarantena, ma credo che questa situazione in qualche modo ci abbia unite ancora di più».

«Mi sono trovato a fare il “mammo”», dichiara Andrea, 34 anni, papà di Nicolò e Greta: «La ditta per la quale lavoro ha dovuto chiudere, mentre mia moglie, che opera in campo sanitario, è impegnata. Greta, che ha 5 anni, cerca le mie attenzioni, facendosi leggere libri e invitandomi a guardare con lei i cartoni; Nicolò, 7 anni, è decisamente più complicato, perché non basta la televisione a tenerlo fermo. È un autentico vulcano: il giardino di casa si trasforma un giorno in una foresta piena di insidie e un altro in uno stadio. Conciliare le esigenze dei due bambini non è semplice, ma lo devo a loro e a mia moglie, che sta affrontando il “mostro” con un coraggio eccezionale».

Afferma Monica, 39 anni, mamma di Iacopo e Chiara, 8 e 6 anni, insegnante: «Il mio impegno è doppio: devo gestire i miei figli, ma anche fare di tutto per rendere meno pesante l’assenza da scuola ai miei alunni. In ambito scolastico cerco di interagire con videolezioni stimolando la fantasia dei ragazzi e invitandoli a cogliere il positivo di questo stop; con i miei figli è più complicato, perché sono in cerca di attenzioni continuamente. Mi sforzo di cogliere il lato buono, coinvolgendoli nella preparazione di dolci e pizze, andando a riscoprire vecchi giochi in scatola che erano stati rimpiazzati da Tv e Pc. Devo dire che il piacere della convivialità è uno di quei valori che ci porteremo dietro quando questo dramma sarà alle nostre spalle».

Alice Ferrero

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