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Bra, il perito della difesa: “Il cocktail di farmaci che Laura Davico dava al marito non era letale”

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L'ospedale Santo Spirito di Bra

BRA Il cocktail di farmaci che Laura Davico somministrava al marito, durante la sua permanenza all’ospedale Santo Spirito, non sarebbe stato atto a provocarne il decesso. A sostenere questa ipotesi, durante la nuova udienza del processo che vede l’operaia, originaria di Cherasco, imputata per il tentato omicidio del coniuge, è il medico legale Lorenzo Varetto, consulente nominato dalla difesa, guidata dal legale albese Roberto Ponzio.

Nella relazione, esposta davanti ai giudici del Tribunale di Asti lo scorso 25 giugno, il medico, noto alla cronaca quale perito di casi come quelli di Cogne e Garlasco, ha sostenuto che delle tre tipologie di farmaci somministrati al marito dalla donna, mentre questi era ricoverato; due, betabloccanti e ipoglicemizzanti, non avrebbero comportato il rischio di vita per l’uomo; il dosaggio della terza tipologia di sostanza, gli anticoagulanti non avrebbe comportato conseguenze gravi, se non nel 2% dei casi analizzati dalla letteratura scientifica.

La vicenda risale al 2018 quando le indagini, condotte dai Nas dei Carabinieri avevano immortalato la donna mentre somministrava le sostanze al marito, degente in ospedale, assieme a cibi bevande. Il nuovo capitolo del processo è stato fissato il 16 ottobre.

Davide Gallesio

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