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Chiara Candellero ha partecipato via Web a Special Olympics

Chiara Candellero ha partecipato via Web a Special Olympics 1

GINNASTICA RITMICA Non poteva mancare l’appuntamento con una competizione per cui aveva lavorato tanto. Così, quando il 10 maggio il ministro per lo sport, Vincenzo Spadafora, ha aperto ufficialmente gli Smart games, Chiara Candellero era lì fra le centinaia di atlete e atleti che, da tutta Italia, hanno gareggiato, a distanza, dalle proprie case, nelle 18 discipline di Special Olympics.

«L’esercizio di ginnastica ritmica che avrebbe dovuto svolgere è stato trasformato in una serie di equilibri, non è l’unico caso: le gare di nuoto che non si potevano tenere, per via delle piscine chiuse, sono diventate un percorso di autonomia. Reinventarsi è la filosofia dei nostri atleti», a parlare di lei è la sua allenatrice, l’ex ginnasta albese Isabella Bianco, da anni la sua coach atletica.

Chiara Candellero ha partecipato via Web a Special Olympics 2Chiara ha quattordici anni, da quando ne aveva nove ha scelto, sostenuta dalla famiglia, un corso di ginnastica ritmica, nel suo paese, Narzole. In questi mesi di quarantena ha portato avanti gli allenamenti e lo studio in vista dell’esame di terza media; la sindrome di Down non è mai stata un problema. «È una ragazzina timida ma determinata, ama la musica e il ballo».

Alla base dei risultati sportivi c’è una bella storia di inclusione. «Vederla lavorare assieme alle sue compagne di squadra è bellissimo: con il passare del tempo hanno affinato una grande sensibilità, basta uno sguardo per riposizionarsi e rivedere, tutte assieme, qualche passaggio che, per Chiara, è un po’ più difficile. Per loro è normale, queste cose non si insegnano», prosegue Isabella.

La decisione di prendere parte agli Special Olympics, manifestazione che permette agli sportivi con disabilità di confrontarsi, è nata dopo una gita a Cuneo. «Abbiamo conosciuto questa realtà grazie all’associazione Amico sport, siamo stati felici di aver accettato l’invito: Chiara ha potuto lottare ad armi pari». Le prove della competizione, riconosciuta dal Comitato olimpico internazionale, erano in programma a Varese nel mese di giugno; la pandemia ha annullato tutto. «C’erano due prove: prima la gara individuale, quindi una seconda prova, che avrebbe visto fianco a fianco atleti con disabilità e ragazzi che non hanno questi problemi. Sei ragazze del gruppo di Narzole avevano dato la disponibilità a fare da partner per le esibizioni».

Ma niente è andato perduto: l’evento ha traslocato sul Web con gli Smart games. Fra allenamenti in videoconferenza e chiamate delle compagne di squadra, la preparazione, per la giovane ginnasta, è proseguita durante la quarantena. «Le modalità ce le siamo inventate: abbiamo adattato una piattaforma per la didattica a distanza, eseguivamo gli esercizi a specchio. Chiara ha provato fino a quando non è stata pronta e ha registrato il video con la prova: i filmati sono disponibili su YouTube».

Obiettivo mantenere il più a lungo possibile gli “equilibri”, una serie di posizioni indicate dai giudici.
Un buon coach è anche questo, un sostegno in ogni momento: «L’allenatore capisce di star lavorando bene se inizia a “scomparire” dalle prove del suo atleta, proprio come nel percorso di autonomia di Chiara», conclude Isabella. «Lo sport può essere un veicolo di inclusione in una società che non sempre è aperta».

Le gare si sono concluse il 31 maggio, si attendono le cerimonie di premiazione. Un risultato però è stato raggiunto: «Dare voce a ragazzi e ragazze e mitigare gli effetti di un isolamento sociale che poteva essere più difficile da affrontare rispetto a quanto sia stato per i coetanei».

Davide Gallesio

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