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Dalla passione di tre amici ecco la prima birra roerina!

Dalla passione di tre amici ecco la prima birra roerina!
I fratelli Federico e Alberto Trucco, che con l'amico Giulio Bertero hanno avviato il progetto.

MONTÀ / SANTO STEFANO Non è una novità che il Roero sia un’area in continuo fermento, ma certo sono inusuali fermenti simili. I fratelli Federico e Alberto Trucco (l’uno agronomo e agricoltore, l’altro studente di viticoltura ed enologia), insieme all’amico Giulio Bertero, che studia storia all’Università di Genova, hanno avviato, tra Montà e Santo Stefano Roero, Roheroes homebrewing, progetto sperimentale di produzione di birre artigianali. Sono anche arrivati i primi riconoscimenti: due delle loro birre d’ispirazione americana sono state premiate a C’è fermento (a Saluzzo) e a Birragustando di Montenero d’Orcia, in Toscana.

Qual è la natura delle vostre attività e quali sono gli scopi che perseguite?
«Un obiettivo è divulgare il più possibile la cultura della buona birra, intesa come l’insieme delle conoscenze di base indispensabili per un consumo consapevole. Inoltre, vorremmo far conoscere anche la parte pratica e produttiva: desideriamo condividere con chi si appassiona a questo mondo le tecniche che abbiamo studiato e che impieghiamo nel realizzare le nostre birre. Alla luce di questo abbiamo aperto la nostra pagina ufficiale Roheroes homebrewing sui principali social».

Come è nata la vostra passione?
«Quando, nel 2017, abbiamo deciso di allestire il nostro laboratorio casalingo per produrre la prima birra, non eravamo ancora molto consapevoli di ciò che stavamo facendo. Guidati dalla curiosità abbiamo scoperto un mondo che ha saputo coinvolgerci. Roheroes nasce in in una zona del Roero che ha caratteristiche diverse rispetto ai bricchi sabbiosi dove sorgono i vigneti. I terreni proibiscono la coltivazione della vite a causa della presenza di argille e di un clima più rigido. Queste condizioni sono un ottimo substrato per la coltura dei cereali. Da qui nasce la volontà di esprimere la vocazione cerealicola roerina in un prodotto come la birra».

Parlate degli esperimenti e delle produzioni che avete condotto sinora.
«Le prime birre che abbiamo prodotto sono state d’ispirazione americana. Poco più tardi, con la prima birra belga, abbiamo scoperto il fascino incredibile dei lieviti. Uno degli ultimi esperimenti sono state le birre con aggiunta di mosto d’uva (Sauvignon, Arneis e Brachetto). Di pari passo, abbiamo condotto alcune ricerche sulla coltivazione dell’orzo distico da birra. Federico ha redatto una tesi di laurea magistrale in scienze agrarie sulle diverse strategie di coltivazione del’orzo distico, realizzando un lavoro sperimentale biennale nei terreni dell’azienda agricola di famiglia».

Quali progetti serbate per il futuro?
«Intendiamo sperimentare l’uso di nuove materie prime e affinare le nostre tecniche di coltivazione dell’orzo da birra. Abbiamo seminato circa quattro giornate piemontesi e dopo la raccolta analizzeremo a fondo la qualità del prodotto. A lungo termine il nostro sogno è quello di diventare una realtà professionale. Ci piace pensare il Roero come una meravigliosa creatura dalle mille espressioni e Roheroes come un progetto capace di rappresentare quella più rustica e tenace».

Federico Tubiello

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