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Dovremo essere noi a portare Gesù per le strade

PENSIERO PER DOMENICA – CORPUS DOMINI – 14 GIUGNO 2020

Sarà una festa del Corpus Domini senza processioni, per ragioni di sicurezza. Faremo a meno di una delle celebrazioni popolari più sentite. La prima suggestione è che quest’anno “Gesù per le strade” dei nostri paesi dovremo portarlo noi, dopo aver fatto la comunione eucaristica. O dovremo imparare a riconoscerlo nelle persone che incontreremo, ricordando le sue parole: «Ogni volta che avrete fatto questo… a uno dei miei fratelli, l’avrete fatto a me» (Mt 25,40). Ma le letture della Messa ci offrono altri preziosi suggerimenti per vivere la festa.

Dovremo essere noi a portare Gesù per le strade
L’ultima cena, miniatura fiamminga da un Libro d’Ore del XVI secolo (Londra, British Museum).

Ricordare. La prima lettura tratta dal Deuteronomio (8,2-3.14-16) è un invito a ricordare. Un esegeta tedesco, Lohfink, ha definito questo brano come «il comandamento per Israele in tempo di benessere», per contrastare la tentazione di dimenticare i momenti difficili che si sono lasciati alle spalle. Nei prossimi mesi, quando, come speriamo, la vita sociale riprenderà i suoi ritmi frenetici, fatti di lavoro, incontri, viaggi, vacanze, consumi… l’errore peggiore sarà dimenticare le esperienze vissute in questo periodo. Ricordare ad esempio che per settimane abbiamo alimentato la nostra vita spirituale non con il Pane eucaristico, ma con la Parola uscita dalla bocca di Dio e raccolta nella Sacra Scrittura. Paradossalmente, quest’anno avremmo dovuto portare in processione la Bibbia.

Unità. Nelle settimane scorse, sull’Eucaristia, o meglio sulla possibilità o meno di celebrazioni eucaristiche, come credenti, ci siamo divisi. Nulla di nuovo: era successo già a Corinto, anche senza coronavirus! Come allora ci fu bisogno dell’intervento di Paolo (1Cor 10,16-17), così c’è voluta l’autorevolezza di papa Francesco per richiamare all’unità e al rispetto delle regole valide per tutti i cittadini italiani. Il messaggio di Paolo – «Tutti partecipiamo dell’unico pane» – può essere letto anche come invito ai credenti a essere oggi un fattore di coesione sociale.

Il Covid-19 rende meno assurdo il paradosso della fede. Nel Vangelo (Gv 6,51-59) ascoltiamo le parole di Gesù che hanno scandalizzato i suoi contemporanei: «Io sono il pane vivo disceso dal cielo… Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Nelle scorse settimane abbiamo sperimentato la precarietà della nostra vita, minacciata da un virus infinitamente piccolo: un milionesimo di millimetro! Gesù ci dice che la vita eterna può essere garantita da un frammento di pane di pochi grammi. A patto che in quel pane ci sia lui! Questo è il messaggio del Corpus Domini, valido ancora ai nostri giorni, anche senza processione.

Lidia e Battista Galvagno

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