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È così che il Signore cammina in mezzo a noi

PENSIERO PER DOMENICA – SANTISSIMA TRINITÀ – 7 GIUGNO 2020

Sembra che parlare di Trinità in tempo di coronavirus sia un po’ come parlare del sesso degli angeli: di un tema assolutamente astratto senza connessioni con la vita e con i problemi quotidiani, meno drammatici delle scorse settimane ma comunque sempre assillanti. Invece una riflessione attenta sulle letture della Messa svela che il mistero della santissima Trinità ha aspetti estremamente concreti. Essi nascono dalla riscoperta dei risvolti più profondi e misteriosi del volto di Dio.

È così che il Signore cammina in mezzo a noi
Trinità, miniatura del XVI secolo, di Boccardino da Firenze, presso la basilica di San Pietro a Perugia.

La riscoperta di Dio Padre ricco di misericordia, per gli israeliti, è stata la conseguenza prima della liberazione dalla schiavitù d’Egitto, poi del dono della Legge come guida per camminare nella vita (Es 34,4-9). Anche oggi chi non è caduto nelle trappole del virus ha buoni motivi per ringraziare: la misericordia di Dio, la sapienza medica degli uomini e anche le leggi che hanno guidato i nostri comportamenti. Pregando poi con Mosè che «il Signore continui a camminare in mezzo a noi».

La rivelazione di Gesù come dono d’amore del Padre all’umanità amata è il cuore del dialogo tra Gesù e Nicodemo (Gv 3,16-18), un incontro-confronto tra due modi di vedere la vita e di affrontare i problemi, un confronto tra il vecchio e il nuovo, portato avanti con delicatezza e rispetto reciproco. Nelle scorse settimane molti, bloccati come Nicodemo nelle loro tradizioni, hanno riscoperto il dono d’amore della vicinanza di Gesù, non attraverso l’Eucaristia, ma la Parola. Quante persone, ad esempio, hanno riscoperto la ricchezza e la concretezza dei testi biblici, grazie alle spiegazioni di papa Francesco nella Messa mattutina a Santa Marta!

Abbiamo tutti bisogno di comunione tra noi, come i credenti di Corinto ai quali Paolo indirizza la lettera da cui sono tratti i versetti proclamati nella seconda lettura (2Cor, 13,11-13). Paolo ricorda che questa comunione ha la sua fonte in Dio-Trinità: «La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi». Poi si esprime in gesti concreti. Non siamo fatti per la comunicazione a distanza: la comunione è fatta di sorrisi, di sguardi, di abbracci tra persone reali e vicine. Paolo va ancora oltre: la comunione è condividere gioie, è farsi coraggio a vicenda, è cercare della pace, è salutarsi, in un tempo in cui sono sconsigliati abbracci e baci, anche se “santi”! Tutto questo è tendere comunitariamente alla perfezione di Dio.

Lidia e Battista Galvagno

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