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Il blocco causato dalla pandemia non ha abbattuto le polveri sottili

Il blocco causato dalla pandemia non ha abbattuto le polveri sottili

AMBIENTE  Il lockdown non ha avuto come diretta conseguenza una diminuzione marcata delle Pm10, le polveri sottili responsabili dell’inquinamento dell’aria, rimaste al di sotto della soglia di guardia anche nei mesi di fermo, ma comunque con valori medi superiori al 2019: è quanto accaduto ad Alba da gennaio a maggio, come riportato dal rapporto di Arpa Piemonte, che ha analizzato gli andamenti di Pm10 e biossido di azoto.

Il rapporto è stato illustrato giovedì scorso alla seconda commissione consiliare albese da Laura Campigotto, responsabile del settore Protezione civile del Comune. Per quanto riguarda le Pm10, ad Alba i picchi di concentrazione media sono stati registrati nei mesi di gennaio e febbraio. Da marzo, in contemporanea all’avvio del lockdown, con una netta riduzione del traffico veicolare, si è registrata una sensibile diminuzione, ma con valori che rimangono superiori a quelli registrati nel 2019.

Scendiamo nel dettaglio dei singoli mesi: se a marzo 2019 la concentrazione media di Pm10 era pari a 22,78 microgrammi al metro cubo, nel 2020 è stata di 23,91; da aprile 2019 ad aprile 2020 si è passati da 15,20 a 18,74 microgrammi; da maggio 2019 a maggio 2020 la concentrazione media è passata da 8,33 a 13,46.

Spiega Laura Campigotto: «Da questi dati si evince che c’è stata una lieve diminuzione rispetto a gennaio e febbraio, ma non così marcata, segno che le Pm10 non dipendono unicamente dalle emissioni del traffico veicolare, ma che sussistono fonti diverse, come il riscaldamento domestico o industriale, alle quali si aggiungono molte altre variabili, dalle condizioni meteorologiche alle polveri desertiche, che hanno avuto un picco in Piemonte il 28 e 29 marzo, quando anche ad Alba è stato registrato un aumento del particolato».

In ogni caso, si tratta di cifre che rimangono al di sotto dei 50 microgrammi al metro cubo giornalieri previsti dalla normativa europea come soglia di allarme: per ogni città, il superamento di questa soglia è ammesso per un massimo di 35 giorni all’anno.

Migliori i dati del biossido di azoto

Se anche il 2020 si chiudesse con meno di 35 giorni di superamento, potrebbe venire meno il monitoraggio attraverso il semaforo ambientale, che per Alba si basa sui valori registrati dalla nuova centralina di viale Madonna dei fiori a Bra. Sulla base dei giorni di superamento, la centralina automatica introduce in tempo reale limitazioni alla circolazione degli autoveicoli. Ma, dopo tre anni al di sotto del limite, la normativa prevede il venir meno di questa forma di controllo.

Il rapporto Arpa non ha analizzato solo il discorso delle Pm10, ma anche del biossido di azoto, l’NO2, legato in particolare alle emissioni da traffico veicolare. Su questo fronte, durante i mesi del lockdown, la diminuzione è stata marcata, con una concentrazione media mensile più bassa rispetto al 2019. Per esempio, da aprile 2019 ad aprile 2020, la concentrazione media mensile di NO2 si è dimezzata, passando da 15,18 a 7,94 microgrammi al metro cubo. Come ha commentato l’assessore comunale all’ambiente Marco Marcarino, «è evidente come ad Alba la qualità dell’aria a oggi sia migliorata rispetto al passato, ma è fondamentale proseguire con politiche specifiche per abbassare ulteriormente questi valori, in particolare per le Pm10, che risentono solo in parte del traffico stradale».

Francesca Pinaffo

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