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Scopriamo perché il bruco della frutta è detto in piemontese “Gianin”

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Gianin: Vermicello, bruco della frutta che matura a S. Giovanni

L’essere umano piemontese, quando sa far fronte alle situazioni più difficili soluzioni talvolta esilaranti, viene paragonato a un certo Giovanni, un uomo che avendo terminato il carburante dell’aereo, osò rifornire il serbatoio della sua stessa urina, coniando così l’inverosimile filastrocca: Gioanin pet-pet sigàla fasìja ȓ’aviatoȓ, mancàje ‘n po’ ‘d benzin-a, pissàje ‘nt ëȓ motoȓ. Oppure a un’altro Giovanni, a cui si paragonano i bambini, che, attori veri, passano velocemente dai capricci a sonore risate: Gioanin dȓa bȓigna, ‘n pòch o pioȓa e ‘n pòch o gȓigna.

Siamo nella settimana di San Giovanni, ed è giusto considerare ciò che la tradizione popolare ci tramanda a questo proposito sin dai tempi più antichi. Di Giovanni ce n’è un altro, e ben più piccolo! Viene infatti nominato al diminutivo e, tra l’altro, perde il suo significato di nome proprio, culminando in un vermicello, un bruco presente principalmente nella frutta: il gianin, o gioanin che dir si voglia. Quando infatti qualcuno è roso da un dubbio, un tarlo possiamo dire, ha il suo gianin che metaforicamente gli gira in testa e non dà pace.

Di vermicelli ne abbiamo a disposizione una certa quantità in natura, e non tutti uguali! Per esempio, c’è il cocat, il bozzolo del baco, fino a trovare il bigàt, il vero e proprio baco da seta, per qualcuno anche chiamato mignin o gatin. Ma il baco più comune e famoso è indubbiamente il gianin. Ormai in piemontese vengono chiamati così anche i vermi che si trovano nella carne o nel formaggio, ma tutto parte dalla frutta che matura in questo periodo.

La denominazione del vermetto della ciliegia, è legata alla credenza popolare che dal giorno di S. Gioann (24 Giugno), le ciliegie diventino immangiabili perché invase da vermi vista la loro ormai abbondante maturazione: a S. Gioann, tute ëȓ ciȓese ȓ’han o sò gianin! C’è poi un modo di dire molto eloquente: ciȓese con ëȓ gianin? Mangia mach, sensa baicheje ‘ndȓin! Probabilmente quella ciliegia o quel frutto in generale, se preda di un gianin, significa che è garanzia di qualità e bontà. Gianin buongustai!

Paolo Tibaldi

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