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Uniti per Alba dichiara che il bilancio è assai poco lusinghiero

Cervella ha perso le elezioni con il 41% dei consensi e ha dato vita a un gruppo di minoranza

Uniti per Alba dichiara che il bilancio è assai poco lusinghiero

IL COLLOQUIO  Il 26 maggio 2019 la coalizione di centrosinistra usciva sconfitta dalle elezioni amministrative. Al termine di una serrata ma corretta campagna elettorale Olindo Cervella chiudeva a 10 punti percentuali dallo sfidante Carlo Bo, con il 41 per cento. Un anno dopo è tempo di bilanci che, secondo il gruppo consiliare Uniti per Alba, nato dall’unione dei consiglieri eletti all’opposizione, sarebbero tutto tranne che lusinghieri. I nove – che siedono in minoranza e intendono parlare in modo unitario – sono: Olindo Cervella, Fabio Tripaldi, Alberto Gatto, Mario Marano, Anna Chiara Cavallotto, Rosanna Martini, Claudio Tibaldi, Ester Marello ed Elena Di Liddo.

I consiglieri di Uniti per Alba spiegano a una voce: «Un anno di amministrazione di Carlo Bo. Un anno, secondo noi, da dimenticare. Un anno perduto per Alba. Vittorioso al primo turno, il centrodestra albese sembrava solido. Invece, a distanza di appena pochi mesi, ha cominciato a sgretolarsi. Già un terzo degli eletti ha cambiato casacca. La debolezza politica, accompagnata da un desolante vuoto progettuale, causa danni a catena. La sovrabbondanza di annunci non riesce più a mascherare l’incapacità di produrre atti concreti».

Il giudizio è impietoso: «Il sindaco Carlo Bo, insediandosi, si è trovato iniziative progettate e finanziate da chi lo aveva preceduto. Ebbene, non è stato finora in grado di portare a compimento questa eredità. Un esempio? Il progetto di telesorveglianza degli accessi alla città, premiato dal Ministero dell’interno con un cospicuo contributo, è ancora impantanato. Eppure, l’ineffabile assessore alla sicurezza sproloquia di migliaia di telecamere da piazzare qua e là. Un altro esempio? Si torna a parlare del terzo ponte sul Tanaro. Anche da parte di chi solo due anni fa ne aveva decretato l’irrealizzabilità, proponendo di destinare il finanziamento statale per sistemare qualche strada in tutte le Langhe e il Roero. Ebbene, passandogli le consegne, il sindaco Maurizio Marello aveva lasciato al suo successore il bel gruzzolo di quasi 4 milioni di euro. Da accantonare per contribuire a quell’opera, che dev’essere realizzata dalla Provincia. Neanche quel regalo i nuovi amministratori hanno saputo utilizzare. E ora sperano che la ventura autostrada gli risolva il problema». Uniti per Alba aggiunge: «All’inizio del suo lavoro, il sindaco avrebbe dovuto determinare l’assetto organizzativo della sua Amministrazione e assegnare ai dirigenti le loro specifiche responsabilità. È passato un anno, e nulla è successo. Le attribuzioni ai dirigenti vengono prorogate di mese in mese. Ci sono enti che, dopo dodici mesi, ancora aspettano che ne vengano individuati i responsabili. Anche qui sospensione di ogni progetto».

All’opposizione non piace la gestione dei rapporti con le città alleate: «Emblematico il caso della promozione di Alba a città creativa dell’Unesco. Occorrerebbe, per mantenere il riconoscimento, interfacciarsi di continuo con altri, progettare iniziative, fare qualcosa insomma. E occorrerebbe qualcuno che lo faccia. Ma tutto tace, immersi in un placido sonno».

E anche la gestione dell’emergenza Covid-19, per Uniti per Alba, è stata deficitaria: «Ce n’era da fare, tanto. Non limitandosi alla mera gestione dei contributi assegnati da altri. Molti Comuni, anche a noi vicini, si sono attivati con iniziative coraggiose. Si sono messi concretamente al fianco dei loro cittadini. Da noi è mancata la reattività. Come minoranza, siamo assolutamente consci della delicatezza del momento. Non abbiamo mai voluto aprire polemiche e siamo disponibili al confronto, ma non c’è stato alcun coinvolgimento».

Uniti per Alba conclude: «Alba merita molto di più, ha bisogno che il sindaco prenda risolutamente in pugno la situazione, dimentichi le indecisioni e il continuo rimangiarsi di decisioni, faccia partire un piano organico di interventi a favore delle fasce più deboli della popolazione e delle tante piccole imprese che innervano il nostro sistema economico. Serve un’effettiva disponibilità all’ascolto. E servirebbe anche mettere da parte chi è ormai irrimediabilmente impresentabile e danneggia tutti gli albesi. Noi siamo pronti a collaborare».

m.p.

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