Ultime notizie

Asti-Cuneo, i 5 stelle chiedono una presa di posizione netta della Regione dopo l’esposto del senatore Malan

ALBA Che effetto avrà l’esposto alla Corte dei conti da parte del senatore Lucio Malan (Forza Italia) riguardo il completamento dell’Asti-Cuneo? «È quanto abbiamo chiesto come gruppo del Movimento 5 stelle in Consiglio regionale attraverso un’interrogazione rivolta all’assessore ai trasporti Gabusi che ha provato a minimizzare le possibili conseguenze dell’esposto presentato dal suo collega di partito», spiega il consigliere regionale Ivano Martinetti che è anche vicepresidente della Commissione regionale trasporti.

Nell’esposto alla magistratura contabile Malan contesta il valore dei lavori deliberati pochi giorni fa dal Cipe e il valore, in caso di subentro di un nuovo operatore, delle concessioni dell’Asti-Cuneo e della Milano-Torino in 1,2 miliardi di euro.

Probabilmente l’esposto alla Corte dei Conti presentato dal senatore piemontese di Forza Italia Lucio Malan lo scorso 20 maggio, sulla delibera Cipe che assegna la conclusione dell’opera al gruppo Gavio è stata la molla per la convocazione fatta dal presidente della Regione Cirio ai vertici della società concessionaria autostradale, che si incontreranno con la Giunta regionale e i sindaci del territorio venerdì 19 giugno al Castello di Grinzane.

All’incontro, organizzato per fare il punto sull’avvio dei cantieri di completamento dell’autostrada Asti-Cuneo sono stati invitati i sindaci di Asti, Cuneo e Alba e i rappresentanti della società concessionaria, Giovanni Quaglia e Bernardo Magrì, presidente e amministratore delegato di Autostrada Asti-Cuneo Spa.

«La lunga storia di quest’opera, eterna incompiuta, ci insegna che è pericoloso prendere sotto gamba situazioni del genere. Per cavilli di entità ben minore si sono persi, in passato, anni preziosi per un collegamento fondamentale per l’intero basso Piemonte» aggiunge Martinetti.

«Siamo certi che l’accordo stipulato dal Governo non presenti alcun profilo di illegittimità, anzi contribuirà a sbloccare l’autostrada bloccata da tempo dalla vecchia politica. Pensiamo però che la Regione debba prendere una posizione netta, stigmatizzando il tentativo di un singolo parlamentare di ostacolare il completamento di un’opera fondamentale per il territorio. Gabusi, e con lui Cirio (in silenzio dall’inizio di questa vicenda), farebbe bene a stigmatizzare questo tentativo di rallentare la realizzazione dell’autostrada»

Autostrada Asti-Cuneo: il Cipe non decide
Il tracciato dell’autostrada Asti-Cuneo

Il senatore torinese Lucio Malan spiega così il suo intervento: «Non c’è alcun rallentamento di sorta ma se la Corte dei conti dovesse intervenire, vorrebbe dire che i miei rilievi sono corretti. E cioè che i cittadini piemontesi si troveranno a pagare tra i 400 e gli 800 milioni in più di quanto, applicando le norme, si dovrebbe. La decisione del Cipe rende impossibile una vera gara per il rinnovo della concessione nel 2026 perché l’eventuale concorrente partirebbe con un handicap di 1,2 miliardi, da versare non appena dovesse vincere. Nessuno si presenterebbe e l’attuale concessionario potrebbe imporre qualunque condizione. Ottimo per lui, non così per chi deve pagare. Stessa storia per i pedaggi dell’Asti-Cuneo».

«È dal 1990 che “per fare in fretta” si fanno costosissimi pasticci. E l’autostrada ancora non c’è. Chi non l’ha realizzata, il gruppo Gavio, si è aggiudicato in cambio quindici anni di Torino-Piacenza, con i suoi 200 milioni di incasso all’anno di cui 128 di margine operativo. Il gruppo sa difendere molto efficacemente i propri interessi, di cui deve rendere conto agli azionisti. Al governo, al ministro De Micheli, che deve rendere conto agli elettori, ho da mesi chiesto di tutelare gli interessi dei cittadini e come pensa possa passare un piano che prevede un valore di subentro triplo rispetto al massimo consentito dalla Commissione Europea per tutelare la concorrenza. Non ho ricevuto risposta. Di qui l’esposto. Se le scavatrici sono pronte possono partire. Ma scavino nella terra, non nelle tasche dei piemontesi», conclude Malan sul suo sito internet.

Banner Gazzetta d'Alba