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Bra: proseguono i lavori di ristrutturazione della chiesa di frazione Boschetto

Bra: proseguono i lavori di ristrutturazione della chiesa di frazione Boschetto

BRA Continuano i lavori di ristrutturazione e contro l’umidità della parrocchia della frazione Boschetto di Bra posta tra la Riva e Cavallermaggiore, parroco don Beppe Brunato.

I lavori sono in corso già da un mese e la Santa Messa per la numerosa comunità ecclesiale di Boschetto e Falchetto, circa 350 anime viene celebrata nella Bocciofila rinnovata qualche anno fa dall’amministrazione comunale, attualmente più consona con le norme della pandemia.

Si faranno lavori di ristrutturzione e di intonaco e di eliminazione dell’umidità di risalita, lavori che la chiesa necessita ormai da tempo, per cui si prevede che nelle prossime settimane, per almeno un mese, la chiesa sarà chiusa e le funzioni dirattate temporaneamente alla Chiesa di Madonna del Pilone, l’altra sede della parrocchia Maria Madre della Chiesa.

La chiesa ha una storia plurisecolare come testimoniano fonti storiche braidesi. I lavori sono eseguiti dall’impresa Bernocco, che è abitante di Falchetto, l’abitato più numeroso ma solo località, mentre la frazione è Boschetto. Per ragioni storiche, prendeva il nome dove era situata la Chiesa come ebbe a dire don Livio Greppi, salesiano e  cappellano della Riva e storico conoscitore delle zone rurali braidesi,

Ci sono due chiese, come a inizio 900 parlavano i nostri storici locali: la prima e principale si trova a poca distanza dalla provinciale di Cavallermaggiore. se ne parla già negli atti della prima visita pastorale di Monsignor Broglia nel 1593, dove si dice che «era chiusa priva di ogni cosa e vi si portava tutto il necessario quando correva a celebrare la messa».

Nel 1682 Monsignor Provana durante la sua visita pastorale vi trovò ben  due altari: uno principale e l’altro in mezzo alla chiesa. Ordinò che quello in mezzo la chiesa “fosse demolito perché è indecente” e l’altro fosse restaurato a spese della popolazione. Trovò pure cosa curiosa: uno stendardo di cui si servivano i coloni nelle processioni. Quando e in onore di chi facessero tali processioni il visitatore cioè il vescovo non lo dice,  ma si crede che nei giorni festivi questi buoni i contadini come si usava  in molti luoghi intervenissero alle sacre funzioni con processioni e poi seduti con questo stendardo vicino ad essi.

All’inizio del 1700, la cappella (allora si trattava non di una chiesa ma di una cappella) il campanile minacciavano di cadere e i borghigiani prima la buttarono giù e poi line costruivano nel 1710. La nuova chiesa fu benedetta dal paiolo e Gastaldi di Sant’Andrea il giorno 9 settembre di quell’anno. Si presentava a una sola navata a volte qua. un solo altare su cui anticamente stava esposto un quadro rappresentante la beata Vergine coi Santi Giovanni Battista e Sant’Antonio Abate. attorno al medesimo altare si vedevano molti voti d’argento e tavolette in segno di grazia ricevuta da Dio per l’intercessione della Madonna.

Nel 1850, al quadro già logoro per antichità fu sostituita una statua della Beata Vergine,  formata di cartone, nel 1911 fu cambiato in un’altra scolpita in legno.  Si noti che anticamente la cappella era dedicata alla natività di Maria santissima ma dal 1800 si festeggio il nome di Maria festa che rimane ancora tutto oggi. negli anni 1911-12, furono aggiunte le due navate laterali, attiguo alla chiesa dalla parte di Ponente via anche la sacrestia con un bell’ armadio antico destinato a conservare i pagamenti. Dalla sacrestia si aveva accesso alla casa del cappellano che ha davanti un piccolo giardino Cinto da un muro. La chiesa attuale quindi hai sale a quegli anni.

Negli anni 90 la chiesa venne hai unita a quella di Madonna del pilone in un’unica parrocchia dal nome Maria Madre della Chiesa dall’allora parroco don Filippo Barbero per 34 anni parroco di  Boschetto, morto alla Casa del Clero, adiacente il Santuario della Madonna dei fiori nel maggio 2016. Negli anni 2010-2011 la chiesa dedicata al Santissimo Nome di Maria è stata oggetto di restauri che hanno riguardato soprattutto il tetto e la facciata. Il parroco è don Giuseppe Brunato, parroco anche a Cavallermaggiore.

Una la realtà ecclesiale, ben radicata, solida grazie alla preveggenza di un ex parroco della frazione, don Filippo Barbero, che mettendo subito in pratica il Concilio Vaticano II «I laici […] possono anche sentirsi chiamati o essere chiamati a collaborare con i loro Pastori nel servizio della comunità ecclesiale, per la crescita e la vitalità della medesima, esercitando ministeri diversissimi, secondo la grazia e i carismi che il Signore vorrà loro dispensare» (Gaudium et Spes) aveva già allora affidato ai laici grande spazio per la pastorale, tanto è che la parrocchia, che ha come parroco don Giuseppe Brunato di Cavallermaggiore, ma non parroco residente in parrocchia ormai da anni, è viva, funzionante e soprattutto non manca di alcun servizio per la gente del posto (eucarestia ai malati, apertura della chiesa, catechesi).

Lino Ferrero

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