La moda che aiuta l’ambiente è in cerca di nuovi sostenitori

La moda che aiuta l’ambiente è in cerca di nuovi sostenitori
Da sinistra: Elena Ferrero e Sara Secondo.

MONTEU ROERO È ufficialmente on-line la piattaforma e-commerce di Atelier riforma, la start-up a vocazione sociale che mira a ridurre l’impatto ambientale nel settore della moda, ideata dalla monteacutese Elena Ferrero e dalla torinese Sara Secondo. La pandemia ha ritardato l’apertura del negozio virtuale e ora la piccola impresa punta a strutturarsi e a crescere ulteriormente: si sono aggiunti al progetto Davide, esperto di sostenibilità ambientale, e Teresa, social media manager e responsabile marketing. Tramite il negozio on-line sarà possibile acquistare abiti usati che hanno acquisito nuovo valore attraverso un processo di trasformazione, chiamato upcycling, che dà loro una seconda vita. «La trasformazione degli abiti è per noi anche uno strumento per creare lavoro, crescita e inclusione. Vogliamo che Atelier riforma, attraverso l’upcycling degli abiti usati, unisca tutte quelle realtà sartoriali che desiderano impegnarsi nella tutela dell’ambiente e nella costruzione di una società più giusta», spiega Sara Secondo.

Al momento sono stati raccolti oltre 1.500 capi ed è stata creata una rete di nove realtà, tra designer, sarte, brand sostenibili e sartorie sociali in cui lavorano persone in condizioni di fragilità. Non mancano le collaborazioni con scuole di moda e con due associazioni no-profit, il Progetto abito di Torino e l’associazione Abraham di Nichelino. Ma, come spiega Elena Ferrero, le ambizioni dell’impresa non si fermano qui: «Vogliamo realizzare un sistema di tracciabilità che garantisca a chi ci dona i propri capi la trasparenza sulla loro destinazione. Allo stesso tempo, vogliamo permettere a chi acquista di scoprire chi ha realizzato il lavoro sartoriale sul capo che ha acquistato e comprendere il proprio impatto positivo sull’ambiente».

Per realizzare tutto questo c’è bisogno di risorse umane e finanziarie. Continua Sara Secondo: «Proseguendo al ritmo attuale, il prossimo anno serviranno almeno due persone dedicate a seguire il sistema di tracciabilità e di misurazione dell’impatto ambientale. Inoltre, servirebbe un investimento nell’etichettatura e per i dispositivi informatici». Per quanto riguarda il capitale, è stata avviata una campagna di raccolta fondi sulla piattaforma digitale Indiegogo. Sono già stati raccolti circa duemila euro a fronte degli ottomila fissati come obiettivo e c’è tempo fino al 31 luglio per sostenere il progetto.
Come ricompensa per chi donerà, in base al contributo, andrà un prodotto di Atelier riforma in anteprima.

Federico Tubiello

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