La provincia di Cuneo piange la scomparsa dell’imprenditore Alessandro Invernizzi

La provincia di Cuneo piange la scomparsa dell'imprenditore Alessandro Invernizzi

LURISIA Scomparso nella notte Alessandro Invernizzi, imprenditore trapiantato nel cuneese, artefice del rilancio dell’azienda Lurisia e più recentemente dell’istituto idrotermale di Lurisia.

L’intervista ad Alessandro Invernizzi rilasciata a Gazzetta a settembre 2019

 

La prestigiosa rivista Forbes inserisce tre manager di aziende cuneesi tra i 100 imprenditori vincenti del 2019. La rivista americana ha motivato: “Alla guida di multinazionali e aziende italiane d’eccellenza. Fondatori di grandi società o pmi di successo. Manager self made che si sono distinti negli anni per capacità e visione del futuro. Oppure figli d’arte che hanno saputo dare continuità o rilanciare il business di famiglia. Sono i 100 leader selezionati da Forbes Italia che con le proprie competenze, professionalità e coraggio hanno dimostrato di poter fare le differenze. Contribuendo a rendere il paese più competitivo a livello internazionale”.

 

I tre manager vincenti sono Lapo Civiletti, ceo di Ferrero Italia, Alberto Balocco, ad della Balocco, tra le più grandi e importanti industrie dolciarie italiane. Il terzo è Alessandro Invernizzi, nato a Milano, originario di Abbiategrasso, ma da tempo nel cuneese, presidente onorario di Lurisia Acque Minerali, dal 2017, e prima amministratore delegato della società. Lurisia, società, fino a ieri di proprietà per un terzo della famiglia Invernizzi, per un terzo di Eataly di Oscar Farinetti e per un terzo della Dea Capital Alternative Funds (Gruppo DeAgostini) è, notizia di questi giorni, in fase di cessione alla multinazionale Coca-Cola per 88 milioni di euro.

 

Alessandro Invernizzi, ci racconti la storia per nulla banale di Lurisia acque minerali?

 

L’azienda è stata acquistata dalla mia famiglia nel 1996 quando era sull’orlo del fallimento. Da piccola realtà oggi Lurisia è arrivata ad avere 50 dipendenti e a imbottigliare 80 milioni di bottiglie l’anno. Il fatturato nel 2018 è stato di 21 milioni di euro e punta a raggiungere i 45 milioni nel 2022.

 

Cosa ha pensato quando ha saputo di essere tra i 100 manager di successo di Forbes?

 

Subito ho pensato “C’è uno sbaglio, ci deve essere un errore”, come ho scritto di getto su Facebook mi sono venuti i brividi, dentro sono ancora il bambino dislessico che in quarta elementare non sapeva leggere. Voglio precisare che io sono il presidente onorario, il merito di Lurisia azienda vincente è delle persone eccezionali che vi lavorano, a partire dall’Amministratore Delegato Piero Bagnasco. Io ho solo avuto l’onore di essere il capitano di una squadra eccezionale e vincente, che fa cose eccezionali e vincenti.

 

Quando è nata l’idea di cedere Lurisia? Quanto è stato forte l’interesse di Coca Cola?

 

Coca-Cola ci ha cercato in modo forte e deciso pochi mesi fa. Se fosse avvenuto qualche anno fa non ci avremmo creduto, oggi pensare che la più grande multinazionale delle bevande ritenga strategico puntare su Lurisia, fa riflettere e ci riempie di orgoglio per quanto fatto negli ultimi anni. Coca-Cola saprà perseguire l’obiettivo di raddoppiare il fatturato facendo crescere l’occupazione.

 

Parla della cessione con molta serenità e consapevolezza, è così?

 

Sono fermamente convinto che la scelta di cedere a Coca-Cola sia la scelta migliore possibile. Credo che uno dei valori fondamentali per un bravo manager sia l’umiltà, capire quando sia il momento di insistere su un progetto e quando sia il momento di sfilarsi ed affidarsi ad altri per continuare a fare crescere l’azienda. Arriva un momento in cui un padre deve prendere coscienza che non rappresenta più il miglior futuro per la propria figlia e deve mettersi da parte per suo bene. Io sento che è successo questo e ho ceduto le mie quote con serenità e consapevolezza.

 

Sono stati molti a criticare la vostra scelta. Cosa risponde a chi si rammarica per la perdita di un marchio storico italiano? E a chi dice che boicotterà Lurisia?

 

Ci aspettavamo delle critiche, ma penso siano l’evidenza dell’affetto che i consumatori hanno per il nostro marchio. Non ci si arrabbia se non si vuole bene a qualcuno. Magari ci vorrà del tempo, ma posso garantire che nulla cambierà, la fonte è a Lurisia, lo stabilimento rimarrà a Lurisia e nello stabilimento saranno impiegati lavoratori del territorio. Coca-Cola ha garantito che andrà ad aumentare gli organici e che non cambieranno le materie prime che sono di assoluta eccellenza italiana.

 

A garanzia anche la sua permanenza nel consiglio di amministrazione, nonostante questo è arrivata la comunicazione da parte di Slow Food che intende sospendere la collaborazione con Lurisia dopo Cheese, cosa ne pensa?

 

Io e Pietro Bagnasco rimarremo nel consiglio di amministrazione per due anni in cui sarà delineato il passaggio completo a Coca-Cola. Per quanto riguarda Slow Food, sono convinto che la loro sia stata una reazione a caldo, sono sicuro che dialogando e confrontandosi si troverà una soluzione. Quello che non mi spaventa è parlare con le persone, la scelta fatta è la migliore per tutti e il tempo ci darà ragione.

 

 

Le sue sfide personali ora?

 

Quella imprenditoriale passa dal raddoppio del fatturato delle terme di Lurisia, ma soprattutto dalla valorizzazione del territorio. Qui arrivano ogni anno 6.000 persone da Liguria, Lombardia e Francia e in tutto vengono effettuate 100.000 prestazioni mediche. Solo le inalazioni vengono fatte ogni giorno da 300 persone, tra cui 30 bambini. L’obiettivo è rimanere aperto 11 mesi l’anno e diventare un punto di riferimento per le cure termali, invito tutti gli albesi e i braidesi a venirci a trovare. La mia sfida come uomo è invece portare a sempre più persone la filosofia dei Feliciani.

 

Cosa sono i Feliciani?

 

Sono una comunità che ho fondato nella primavera del 2016 mentre ero ricoverato in ospedale in una camera sterile. Mi sono chiesto come sarebbe il Mondo se fossimo tutti estremisti della Felicità e mi sono detto che se fossi uscito da quella camera avrei fatto il possibile per esportare la felicità.

 

Quale è la filosofia dei feliciani?

 

Vogliamo un Mondo Più Felice per tutti. Vogliamo lasciare alle generazioni future un Mondo Migliore di quello che abbiamo trovato e lo vogliamo fare agendo per un Mondo Più Felice. Per farlo abbiamo deciso di prenderci la responsabilità di essere per primi noi felici ed essere esempio ad altri. Per noi la felicità è la consapevolezza che stiamo facendo la cosa giusta per noi e per gli altri. La felicità è fare, non avere o essere.

 

Come possono fare i nostri lettori per entrare in contatto con la comunità dei Feliciani?

 

E’ molto semplice, basta collegarsi alla pagina Facebook Feliciani o collegarsi al sito www.feliciani.org oppure al mio sito www.alessandroinvernizzi.com

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