L’allarme dei consorzi: durissimo impatto del Covid sulle filiere Dop e Igp

Il Consorzio di tutela regala 300 robiole di Roccaverano all'ospedale di Acqui
La robiola di Roccaverano è uno dei formaggi Dop piemontesi.

BAROLO Si è svolto al castello Falletti un importante incontro tra i rappresentanti dei Consorzi di tutela dei formaggi Dop facenti capo ad Assopiemonte Dop e Igp ed esponenti della politica e delle istituzioni nazionali e regionali tra cui il senatore Mino Taricco, i deputati Monica Ciaburro e Federico Fornaro, l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa, il presidente di Fedagri Piemonte Roberto Morello e il presidente nazionale Uncem Marco Bussone. A determinare l’urgenza dell’iniziativa è stata la necessità di documentare e far conoscere il tragico impatto economico del Covid-19 sulle microfiliere delle Dop che, per le loro caratteristiche produttive e soprattutto commerciali, hanno vissuto dai primi di marzo giorni di blocco quasi totale essendo poco o per nulla presenti nei circuiti commerciali della grande distribuzione organizzata.

I canali commerciali delle microfiliere sono i negozi tradizionali, ristoranti, trattorie, agriturismi, mercati e fiere locali, la vendita diretta ai turisti e anche, in piccola parte, l’esportazione. Vale a dire tutte strade che dall’inizio di marzo si sono chiuse e che solo ora a fatica iniziano a ripartire. Ciò  ha significato il crollo e azzeramento delle vendite dei prodotti di filiera corta a cui si è aggiunto il permanere dei costi vivi di esercizio per il mantenimento e la gestione delle mandrie, delle greggi, degli impianti e delle aziende agricole.  «Siamo allo stremo, ma siamo abituati al sacrificio e al duro lavoro e vogliamo ripartire. Ci sforziamo di essere ottimisti, ma abbiamo bisogno di un’attenzione particolare e di misure di sostegno tarate sulle nostre specificità, in quanto noi non riusciamo a beneficiare di aiuti allo stoccaggio, di incentivi alla riduzione della produzione del latte e degli interventi di ritiro del prodotto dal mercato, studiati per le grandi produzioni», afferma Evanzio Fiandino, presidente di Assopiemonte Dop e Igp.

«Attendiamo interventi a copertura delle mancate vendite e dei costi comunque sostenuti nel periodo di fermo commerciale. In sostanza, un sostegno per poter ripartire. La preoccupazione più forte è che molte famiglie, non riuscendo a superare quest’annata così drammatica, decidano di chiudere. Questo rappresenterebbe un danno incalcolabile per la salvaguardia delle filiere corte che, pur modeste nei volumi, rappresentano la storia dell’eccellenza e l’immagine gastronomica del Piemonte oltre che la cura e la tutela del territorio», aggiunge Fiandino.

L’appello del presidente di Assopiemonte Dop e Igp è stato raccolto dai presenti, che hanno stretto un patto tra Regione, Governo, parlamentari, Uncem ed enti locali, per poter dare in tempi brevi risposte concrete ai problemi evidenziati

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