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Stamperia Miroglio, la posizione dei sindacati sull’incontro in Regione

Miroglio: 250 dipendenti in ansia per il lavoro

ALBA «Non possiamo sottoscrivere, come ci chiede l’azienda, l’accordo quadro perché comporterebbe, rischi inaccettabili per i lavoratori. Terminati i dodici mesi di cassa integrazione si troverebbero, infatti, a essere licenziati dopo aver esaurito i permessi non retribuiti». É quanto hanno ribadito, nell’incontro di ieri a Palazzo Lascaris con il governatore del Piemonte Alberto Cirio, i delegati sindacali che rappresentano i 151 dipendenti delle ex stamperie di Govone. «Abbiamo incassato il sostegno delle istituzioni e delle autorità regionali e chiesto di contribuire con politiche attive ai ricollocamenti esterni degli operai» riprende Angelo Vero di Femca Cisl, riassumendo il parere dei colleghi Vito Montanaro (Uil) e Maria Grazia Lusetti (Cgil).

Tornando all’accordo quadro, considerato dalla proprietà una precondizione per la richiesta della cassa integrazione aggiunge: «il numero di ricollocazioni, giudicato realistico dalla dirigenza, per noi è troppo basso (le stime oscillano fra i 22 e i 34 lavoratori): ci aspettiamo dal gruppo Miroglio, elemento portante del sistema economico Alba, una sensibilità sociale per gli operai, che vada oltre il mero trattamento previsto dalle disposizioni di legge» spiega. Ci sono anche altre ragioni: «temiamo che sottoscrivere questa “manleveria” crei un precedente per le crisi che potrebbero verificarsi a partire dall’autunno in conseguenza della pandemia» prosegue Vero. Nel pomeriggio di domani, giovedì 23 luglio, è in programma un’altra tornata delle trattative con la dirigenza della multinazionale albese: «ci sono state alcune aperture da parte della proprietà: Miroglio ha accettato la proposta di estendere ai tre anni di durata degli ammortizzatori sociali (un anno di cassa integrazione più due di disoccupazione) il corridoio preferenziale per le riassunzioni in altri siti produttivi degli operai di Govone, qualora si liberassero posizioni compatibili con i profili» conclude il segretario di Femca Cisl.

Davide Gallesio

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