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Francesco Gabbani, l’emozione del ritorno

Francesco Gabbani, l’emozione del ritorno 5

ALBA Ieri (9 agosto) il festival Collisioni-Grazie ha ospitato il concerto di Francesco Gabbani. Assieme alle immagini di Pierangelo Vacchetto riproponiamo l’intervista pubblicata sullo scorso numero del giornale

 

L’INTERVISTA Francesco Gabbani è tra gli artisti convocati da Collisioni per ringraziare le lavoratrici e i lavoratori che non si sono fermati nel periodo di chiusura per il Covid-19. È salito sul palco in piazza Cagnasso, per il festival Grazie!, domenica 9 agosto alle 20. Si esibirà in versione acustica, veste inedita per il suo pubblico, che torna a incontrare dopo una lunga pausa.

Francesco, il tuo tour estivo è appena iniziato. Quali sensazioni ti accompagnano sul palco?

«Emozioni difficili da raccontare. Non mi esibivo in concerto dal Capodanno 2019. Quasi un anno e mezzo e, nel frattempo, il mondo è cambiato».

Cosa ti ha portato ad aderire alla proposta di Collisioni?

«È un festival che apprezzo molto, con un’offerta sempre originale, attesissimo dal pubblico e prestigioso per ogni artista. Quando gli organizzatori mi hanno parlato di Grazie!, ho accettato subito. Felice di esibirmi con artisti molto diversi, uniti da un unico scopo. La musica può essere svago e intrattenimento ma proprio per la sua dimensione collettiva talvolta è chiamata a dimostrare concretezza e a comunicare vicinanza con il proprio linguaggio».

Il tuo è un ritorno in punta di piedi, dopo l’ennesimo successo di pubblico riscosso a Sanremo. Per la prima volta è possibile ascoltarti in acustica. Cosa attendersi?

«È un progetto al quale lavoravo da tempo, che ora si concretizza perché il Covid-19 costringe noi musicisti a ripensare l’attività on the road. Credo che sia un modo nuovo, diretto e potente, per restare in contatto con il pubblico. I testi, le melodie, le emozioni vivono con maggiore immediatezza e, a giudicare dalle prime reazioni del pubblico, la cosa funziona. Una veste inedita, una dimensione per certi versi teatrale…».

A proposito di teatro, si può dire che tu abbia inventato un personaggio: l’amico Fritz che ti accompagna sul palco. Chi è?

«Sono io allo specchio, penso che tutti possediamo un doppio con il quale ci confrontiamo, spesso prima e dopo le decisioni importanti della nostra vita. Siccome parlare di me in prima persona sarebbe risultato forse presuntuoso, ecco allora nascere Fritz: un escamotage per raccontare la mia storia».

Progetti futuri?

«Questo tour, che dopo Alba mi porterà anche a Fossano (22 agosto). E poi mi auguro che il 2021 regali maggiore serenità e sia più facile incontrare il pubblico. Non escludo però di tornare a scrivere e magari pubblicare già il prossimo anno il seguito di Viceversa».

Alessio Degiorgis

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