Concerie e cascine da salvare per non cancellare la memoria storica

Concerie e cascine da salvare per non cancellare la memoria storica

PATRIMONIO STORICO «Il bel documentario sulla storia delle concerie braidesi, riproiettato recentemente in via Piumati, riconferma quanto già detto da Italia nostra alcuni mesi fa: è necessario costruire un percorso che valorizzi gli edifici rimasti, salvaguardandoli prima della loro scomparsa». Il pensiero di Angelo Mallamaci, presidente della locale sezione di Italia nostra, richiama quello del professor Francesco Bonamico, che un paio di anni fa, sulle colonne di questo giornale, diceva: «Quello che si dovrebbe fare a Bra è creare un vero percorso museale, alla scoperta delle vecchie concerie, le stesse che furono citate nelle opere di Arpino e che resero grande l’economia locale».

A oggi, se si eccettua un docufilm, non si è fatto molto per “sfruttare” la potenzialità di questi immobili, che hanno ospitato centinaia di lavoratori delle pelli.

Ancora Angelo Mallamaci: «A oggi, le ex fabbriche più significative, esclusa una parte della Novella e della conceria Bonamico di via Cuneo e fatta salva la sensibilità di qualche privato, non sono affatto tutelate né valorizzate dal nuovo piano regolatore generale, se non in minima parte. Dunque il loro destino è quello di essere abbattute e sostituite con gli anonimi palazzoni, di cui Bra negli ultimi decenni si sta purtroppo riempiendo, cancellando al tempo stesso la memoria storica che pure la scrittrice Gina Lagorio, ricordava nel documentario, “essere il sapere di cosa abbiamo alle spalle per sentire meglio cosa stiamo vivendo e anticipare il futuro”».

Lo stesso discorso vale anche per le stupende cascine, sintesi dell’antico sapere contadino e delle competenze edili dei tecnici costruttori piemontesi, che una a una stanno scomparendo.

Aggiunge Mallamaci: «Recentemente, a Bandito, un’altra è stata sostituita dall’ennesimo anonimo palazzone. Eppure proprio da queste cascine provenivano le grandi pelli che finivano nelle concerie, carburante del motore di quella ricca economia che per oltre un secolo farà diventare Bra “regina di cuoi” e uno dei maggiori centri industriali non solo del Cuneese ma di tutto il basso Piemonte». E conclude: «Anche queste cascine considerate minori rispetto alle storiche, quali cascina Ercolana e cascina Quinto Bianco, andrebbero tutelate nel Prg (solo a Bandito se ne contano almeno tre o quattro e altre sono nell’area pollentina), rappresentano un’altra faccia dell’economia braidese, quella agricola, che non poca ricchezza portava e porta alla città».

Valter Manzone

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