MONTÀ «È stato un periodo molto difficile per tutti. Una cosa mai vista prima. Sembrava fosse scoppiata una guerra, anche se contro un nemico invisibile». A parlare così è il presidente dell’associazione Carabinieri in congedo di Montà, Luciano Bertero, che abbiamo incontrato in questi giorni.
Cosa ricorda di quei drammatici momenti?
«Dopo giorni e notti incollato alla Tv, mi sono reso conto che la marea di informazioni diffuse dai notiziari, spesso anche contraddittorie, facevano crescere il mio senso d’insicurezza e la paura. Purtroppo, il bombardamento mediatico continua a creare ansia e preoccupazione, nonostante nel Paese dopo il lockdown la situazione sia migliorata».
E la vostra sezione cosa ha potuto fare?
«La sede, come disposto dalla presidenza dell’associazione nazionale Carabinieri, è stata chiusa dal 10 marzo e, per volontà del nostro direttivo, lo è tuttora. È comunque nostra intenzione riaprire tra una decina di giorni, adottando tutte le misure di sicurezza».
Tra di voi, come vi siete rapportati?
«Con il vicepresidente e il segretario i contatti sono stati frequenti, sia per telefono che on-line. Da quanto mi risulta nessuno degli associati ha avuto problemi».
Avete svolto collaborazioni in questo periodo?
«I nostri volontari, a partire dalla domenica prima di Pasqua, sono stati e sono tuttora presenti tutte le domeniche mattina, durante il mercato, svolgendo servizio di sostegno alla Polizia locale».
Come vi state organizzando adesso?
«Ciò che avevamo programmato a inizio anno è stato, ovviamente, soppresso, come ad esempio la partecipazione al raduno di Salerno o gli incontri con la popolazione, in collaborazione con i Carabinieri di Canale. Il nostro obiettivo principale, al momento, è ripartire in sicurezza nella nostra sede con l’attività sociale. Eventuali future iniziative restano ancora da programmare, Covid-19 permettendo».
Giorgio Babbiotti
