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Referendum: si va al seggio con la mascherina

Referendum, per la campagna elettorale solo i 5 stelle chiedono spazio sui tabelloni

NELLE URNE Sono 46.641.856 gli italiani chiamati al voto domenica 20 e lunedì 21 settembre; i residenti all’estero, che possono votare per posta, sono 4.616.344. Si tratta del referendum confermativo della modifica alla Costituzione che comporta la riduzione del numero dei parlamentari. I seggi saranno aperti dalle 7 alle 23 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì.

La riforma costituzionale era stata approvata poco meno di un anno fa ma, nei quattro passaggi tra Camera e Senato, non venne raggiunta la soglia dei due terzi di voti favorevoli, così è stato richiesto, da 71 senatori, il referendum confermativo.

Referendum: si va al seggio con la mascherina

La consultazione non avrà quorum e il risultato sarà valido anche in caso di una modesta affluenza alle urne. Votando sì si sceglie di tagliare deputati e senatori; con il no si sceglie di lasciare il Parlamento invariato nella sua composizione numerica.

Il quesito stampato sulla scheda, di colore azzurro, larga 41 centimetri e alta 22, è: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana numero 240 del 12 ottobre 2019?».

Si vota tracciando un segno con la matita copiativa che viene consegnata assieme alla scheda su uno dei riquadri con il sì e il no stampati nella parte bassa. In caso di vittoria dei sì la Camera dei deputati scenderà (a partire dal prossimo rinnovo del Parlamento, previsto nel 2023, sempre che le camere non vengano sciolte prima) da 630 a 400 eletti e il Senato da 315 a 200; verrà ridotto anche il numero degli eletti dagli italiani residenti all’estero e sarà fissato a soli 5 il numero dei senatori a vita nominati dal presidente della Repubblica.
In caso di vittoria del no il numero di parlamentari resta immutato a 945 in totale. Non è la prima volta che la Costituzione italiana viene cambiata per modificare il numero dei parlamentari. Prima del 1963 veniva eletto un deputato ogni 80mila abitanti e un senatore ogni 200mila. Nella prima legislatura repubblicana, eletta nel 1948, i deputati erano 574 contro i 630 attuali e i senatori 237 (oggi sono 315).
Nel 2006 e nel 2016 due referendum confermativi che prevedevano, tra l’altro, anche la riduzione dei parlamentari, vennero bocciati dal voto popolare. Il 20 e 21 settembre di quest’anno si voterà anche per sindaco e consiglio comunale in sette paesi della nostra zona: Benevello, Castiglione Tinella, Cortemilia, Diano, Narzole, Santo Stefano Belbo e Treiso.

Le principali novità nello svolgimento delle votazioni riguarda le procedure per il contenimento dell’epidemia. Sarà obbligatorio indossare la mascherina su naso e bocca e pulirsi le mani con i prodotti messi a disposizione nei locali di voto prima e dopo aver votato. Il protocollo sanitario relativo alla tornata elettorale prevede anche regole che agevolino il distanziamento tra le persone: saranno realizzate zone di attesa all’aperto. All’elettore verrà chiesto di togliere la mascherina per qualche istante in modo da consentire la sua identificazione e di mettere la scheda votata nell’urna.

Non verrà misurata la temperatura, spetta all’elettore non uscire di casa se si ha la febbre o sintomi collegabili col Covid-19. Chi è in isolamento domiciliare può chiedere di votare da casa.
Ad Alba i seggi saranno situati nelle sedi abituali ma, per togliere meno giorni possibili alle lezioni scolastiche, il loro allestimento comincerà solo nel pomeriggio di venerdì 18 settembre.

g.s.

Votando sì l’elettore conferma il taglio degli eletti e dal 2023 ci saranno 400 deputati e 200 senatori


Da sempre i 5 stelle denunciano gli alti costi della politica

Referendum: si va al seggio con la mascherina 3«Votare sì al referendum significa tagliare di un terzo il numero dei parlamentari, ridurre i costi della politica e rendere più efficiente il Parlamento», spiega Ivano Martinetti, consigliere regionale del Movimento 5 stelle.

«Le camere saranno pienamente operative e, anzi, potranno rispondere alle esigenze del Paese in modo più veloce. Non lo diciamo solo noi del Movimento 5 stelle; lo stesso concetto è stato condiviso anche dall’ex presidente della Corte costituzionale Valerio Onida e da altri importanti costituzionalisti», aggiunge Martinetti. Inoltre, «questa riforma, a differenza di quelle del passato, bocciate dai cittadini, è pienamente rispettosa della Costituzione. La democrazia non è in pericolo, la rappresentatività dei cittadini sarà ampiamente garantita da 400 deputati, 200 senatori e quasi mille consiglieri regionali che non vengono mai citati nei dibattiti. Da sempre il Movimento 5 stelle denuncia gli eccessivi costi della politica e del Parlamento, ora è arrivato il momento tanto atteso per cambiare davvero le cose», conclude il consigliere.


GIORGIO BERGESIO Senatore Lega Salvini

Riforma sostenuta 4 volte in Parlamento: Lega Salvini è per il sì

Referendum: si va al seggio con la mascherina 2«Come Lega Salvini premier voteremo convintamente sì per dare l’assenso definitivo al taglio dei deputati e dei senatori, con un risparmio di circa 500 milioni di euro a legislatura», il senatore Giorgio Bergesio ribadisce la posizione del partito e ricorda che «abbiamo sostenuto questa riforma per ben 4 volte in Parlamento».

«Ridurre il numero degli eletti non implica il “superamento” delle due Camere ma comporta un rilancio del Parlamento, che sarà più credibile, efficiente e funzionale». Pertanto, «è falso dire che la riforma fa dell’Italia il Paese con meno eletti in rapporto agli elettori. Dopo la riduzione avremo un parlamentare ogni 85mila elettori, contro una media di 1 su 190mila delle democrazie con più di 30 milioni di abitanti», spiega il senatore.

«Dire che il taglio compromette il funzionamento delle Camere non è vero: nel rispetto dei principi democratici, un’assemblea con meno persone è più efficiente. Sarà poi compito della legge elettorale garantire l’ampia e ben definita rappresentatività territoriale», conclude Bergesio.


MAURIZIO MARELLO Consigliere regionale Pd

Con persone valide e oneste funziona bene la democrazia

Referendum: si va al seggio con la mascherina 6«Al referendum confermativo della legge che riduce il numero dei parlamentari voterò sì, per alcuni semplici motivi», spiega il consigliere regionale del Pd Maurizio Marello indicando che «945 parlamentari mi sembrano troppi. Lo pensiamo e diciamo quasi tutti, da anni».

Secondo Marello i parlamentari attualmente sono «troppi in rapporto alla popolazione, troppi per avere delle Camere efficienti, troppi rispetto alle competenze statali che nel tempo si sono ridotte in favore della legislazione regionale ed europea». E spiega: «Non vedo i pericoli paventati dai sostenitori del no: 600 parlamentari garantiscono pienamente la democrazia, specie se preparati e competenti. Inoltre se vincerà il sì occorrerà rivedere i collegi elettorali in modo da non penalizzare i territori meno popolosi».
«C’è poi l’argomento del risparmio, a mio parere il meno importante, ma comunque da non sottovalutare. Infine, un Parlamento che legifera e funziona bene, composto da persone valide, oneste e capaci non ha prezzo», conclude l’ex sindaco albese.


Votando no l’elettore boccia la riforma e il Parlamento resta composto da 630 deputati e 315 senatori

MARCO PEROSINO Senatore Forza Italia

Con il taglio le piccole province perderanno i loro rappresentanti

Referendum: si va al seggio con la mascherina 5«Forza Italia, il mio partito, lascia libertà di coscienza e ho deciso di votare no e di spiegare con educazione, pazienza e rispetto, le motivazioni che mi spingono a bocciare la modifica alla Costituzione», spiega il senatore Marco Perosino.

«Il risparmio nella spesa per le istituzioni è basso, invece ne risente in modo pesante la rappresentanza dei territori. Con la modifica dei collegi elettorali che deriva dall’ipotizzato taglio dei parlamentari, ci guadagnano le grandi città mentre le province perdono rappresentanti. Oggi Cuneo ha tre senatori, dopo il taglio scenderebbero a due o uno solo se il conteggio dei resti dovesse premiare altre zone. Inoltre meno sono gli eletti più potere hanno le segreterie di partito, specie con le liste bloccate».

«In questo momento, poi, ci sono problemi più seri e gravi e non sappiamo ancora come uscire dalla pandemia. Anche per questo la campagna per il referendum è partita in ritardo ma spero sulla maturità degli elettori e, ogni giorno che passa, vedo più persone che voteranno no», conclude Perosino.


EMMA BONINO Senatrice Più Europa

Senza un disegno complessivo si fa soltanto demagogia

Referendum: si va al seggio con la mascherina 1«La riduzione del numero dei parlamentari, senza un disegno complessivo, è pura demagogia. La democrazia parlamentare è un sistema complesso. Non puoi togliere un mattone oggi, uno domani, nel tentativo di renderla più efficiente», lo ha detto la senatrice di Più Europa, Emma Bonino, durante una maratona oratoria per dire no al referendum.

«Questa riforma non fa risparmiare un bel nulla e non aumenta l’efficienza delle istituzioni; anzi fa impressione, perché nel momento in cui tutti parlano di territori e di giovani, si taglia proprio il rapporto tra eletti e cittadini e si ostacola la partecipazione alla politica. Un modo strano del prendere a cuore quello che si dice», spiega Bonino.

«Negli ultimi due anni c’è stata una drastica accelerazione dell’emarginazione del Parlamento e i danni sono notevoli, ma ora la partecipazione alle iniziative per il no danno il senso di una presa di coscienza rispetto alla portata di questo referendum, che rappresenta soltanto uno scalpo demagogico che i Cinque stelle hanno preteso e che il Pd ha subito».


LORENZO PAGLIERI Lista civica Bene comune

La semplice riduzione non risolve le criticità istituzionali italiane

Referendum: si va al seggio con la mascherina 4«Sono determinato a votare no, così come avevo votato no al referendum del 2016», spiega Lorenzo Paglieri, avvocato e candidato sindaco alle recenti comunali con la lista civica Alba bene comune. «La semplice riduzione del numero dei parlamentari non risolve le criticità istituzionali. Auspico che la vittoria del no apra una vera stagione di ampie riforme».

«Oggi le ragioni storiche che hanno determinato la scelta bicamerale dei padri costituenti sono superate e ritengo che la vera riforma debba essere quella del monocameralismo con la soppressione del Senato», dettaglia Paglieri.

«Il contesto odierno in cui opera il Parlamento è sempre più legato all’iniziativa legislativa governativa, anche con provvedimenti d’urgenza ratificati col voto di fiducia che rende marginale l’intervento degli eletti. A mio parere, la necessità di fare buone riforme deve passare anche attraverso la revisione dei rapporti Stato-Regioni, il rafforzamento delle Province quali enti intermedi e dalla riduzione del numero dei Comuni», conclude il legale.

 

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