Covid: Conte accelera, ipotesi nuovo dpcm lunedì

Il Premier potrebbe riferire in Parlamento sempre lunedì

Covid: Conte accelera, ipotesi nuovo dpcm lunedì

CORONAVIRUS Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, avrebbe dato un’accelerata, anticipando a lunedì l’intervento al Parlamento sulle nuove misure contro la pandemia, per poi convocare in serata una riunione per discutere e definire un nuovo dpcm. E’ quanto si apprende da fonti di maggioranza. Nella riunione di oggi, il premier avrebbe manifestato l’esigenza di coinvolgere le opposizioni.

«Per la portata di questa seconda ondata non c’è un manuale né una palla di vetro, i numeri sono molto preoccupanti in tutta Europa”, ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al Festival de Il Foglio. “I criteri sono: massima precauzione, adeguatezza e proporzionalità. Noi siamo sempre flessibili”, ha aggiunto Conte. “Stiamo lavorando per capire se si deve intervenire ancora”.

«Confidiamo di averlo a dicembre ma bisogna comprendere che arriveranno qualche milione di dose per Paese, quindi dovremo fare un piano condiviso a livello europeo per intervenire sulle fasce più fragili e via via per le altre categorie», ha spiegato Conte, al Festival de Il Foglio parlando delle prime dosi di vaccino conto il Covid. Il premier però precisa che per vedere gli effetti del vaccino«dobbiamo aspettare primavera quando prevedibilmente arriveranno per tutti le dosi».

«Ho chiamato i presidenti di Camera e Senato, ho chiesto loro se c’è la possibilità di trovare uno strumento o un luogo dove confrontarsi in tempi rapidi con il Parlamento», ha aggiunto il premier parlando del confronto anche con le opposizioni «E’ una esigenza, quando ci sono da prendere misure in tempi rapidi, che ci sia un luogo di confronto». Conte ha parlato nello specifico di «un tavolo di confronto. Il governo sarebbe ancora più sereno, prendendo decisioni e coinvolgendo tutti gli attori, è giusto che sia così».

«La curva sta subendo una impennata così rapida che rischia di mettere in discussione la didattica in presenza – ha spiegato Conte -, alcuni presidenti di regione lo hanno fatto, non è il nostro obiettivo, noi continuiamo a difendere fino alla fine la didattica in presenza. Ma dobbiamo mantenerci vigili per seguire e assicurare la tutela della salute de tessuto economico».

«Mi auguro che sia possibile evitare di chiudere le scuole e le attività, i luoghi di lavoro, assicurando la sicurezza», ha detto il leader della Cgil Maurizio Landini ospite della festa del Foglio.

«La situazione non è fuori controllo in nessun Paese europeo, incluso il Belgio e tuttavia diversi Paesi a cominciare da Francia, Belgio, Inghilterra, Germania ed altri che sono meno sotto i riflettori, hanno preso decisioni drastiche. Credo sia abbastanza inevitabile arrivare a decisioni drastiche, con lo sforzo di salvaguardare alcuni aspetti della nostra vita, del lavoro e del sistema di istruzione soprattutto per i più giovani”, ha detto il commissario Ue, Paolo Gentiloni. Gentiloni ha parlato di “un percorso abbastanza scritto nei diversi Paesi europei” che avrà “le sue conseguenze sociali e sull’economia».

«In mezzo a tante incognite, una certezza c’è – ha scritto sui social il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina -: la chiusura delle scuole non produce gli stessi effetti per tutti. La forbice sociale si allarga, il conto lo pagano i più deboli. Ci sono territori in cui la chiusura delle scuole è sinonimo di dispersione scolastica. E la dispersione scolastica – chiamiamo le cose con il loro nome – equivale all’abbandono dei ragazzi».

«Sicuramente sono ore di riflessione europea: Belgio e Francia e altri Paesi hanno dichiarato un lockdown. Rispetto a questa curva l’Italia non è nella parte alta dei contagi: non dobbiamo stare tranquilli ma dobbiamo capire se anticipare mosse per evitare che la curva peggiori». Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio intervistato alla festa del quotidiano ‘Il Foglio’, sottolineando che sono in corso«riunioni incessanti per il prossimo dpcm che sarà sicuramente più restrittivo».

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio esclude che si possa «aprire una crisi di governo in questa crisi di contagi» per arrivare a un governo di unità nazionale. «Abbiamo bisogno di un governo pienamente legittimato e che sia in grado di prendere rapidamente le decisioni».

Con il Mes «il guadagno è di 300 milioni rispetto a quando preleviamo i soldi sul mercato, come ha detto Gualtieri. Il nostro bilancio dello Stato non è in emergenza», ha detto il ministro Di Maio intervistato alla festa del quotidiano ‘Il Foglio’, tornando ad escludere un ricorso al meccanismo europeo.

Sul dossier delle scuole il ministro degli Esteri Luigi Di Maio si dice «sicuro che si troverà una sintesi nelle prossime ore ma intanto serve massimo coordinamento tra regioni e Stato centrale». Il ministro Azzolina «sta provando a tenere le scuole aperte il più possibile dove c’è una curva minore dei contagi. Io ricordo a tutti che in Francia è stato dichiarato un lockdown ma le scuole resteranno aperte. Si crea un perimetro per cui industria, fabbriche e scuole diventano il bene essenziale da tenere aperto».

(Ansa)

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