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Da Confcooperative c’è la disponibilità a controllare che vengano rispettati i contratti di lavoro in vigna

Da Confcooperative c’è la disponibilità a controllare che vengano rispettati i contratti di lavoro in vigna

LETTERA AL GIORNALE  

Gentile direttore, le chiedo di ospitare questo mio intervento che intende inserirsi nell’interessante confronto tenutosi sul suo giornale martedì 29 settembre sui temi del lavoro in agricoltura.

Le interviste realizzate hanno ripreso il coinvolgimento delle cosiddette “cooperative senza terra” nel lavoro delle vigne e nella vendemmia in modo particolare. Ora, essendo molte di queste cooperative nostre associate, vorrei portare un punto di vista integrativo sul tema per sviluppare risposte evolutive. Premetto che ho colto nelle persone intervistate una visione sul tema condivisibile: un territorio che ha nel mondo del vino uno dei suoi biglietti da visita, deve esprimere qualità a 360 gradi.

In questi processi, da anni ritroviamo nel lavoro agricolo una prevalenza di stranieri, soprattutto, ma non solo, macedoni che si sono organizzati in cooperativa. Molte aziende continuano ad assumere i propri lavoratori direttamente, altre invece hanno trovato nell’offerta cooperativa una risposta complessiva a cui affidarsi.

Il lavoro da noi svolto, in questo ambito, è stato diretto a garantire un supporto nella costituzione delle cooperative e nel dare loro assistenza. In primo luogo nella definizione dei contratti d’appalto stipulati con le aziende committenti dove il requisito centrale è la gestione di un servizio attorno a cui garantire in modo autonomo il coordinamento delle attività delle figure operative coinvolte. Un servizio che può riguardare settori specifici del processo produttivo, oppure anche tutto il ciclo biologico del lavoro sulle e nelle vigne.

In secondo luogo le assistiamo nella stipula dei rapporti di lavoro nel rispetto dei contratti siglati con le forze sindacali. Questa situazione ha generato effetti positivi dando una risposta maggiormente strutturata e qualificata. Queste cooperative sono una risorsa per questo territorio. Certo siamo consapevoli che ci troviamo di fronte a un settore di lavoro che va costantemente presidiato per pervenire a un più pieno e diffuso rispetto della contrattualistica. Ora quali risposte mettere in campo a livello di sistema? Da parte nostra ribadiamo l’impegno di un costante lavoro associativo diretto a promuovere la “vera” cooperazione. Nel contempo collaboriamo strettamente con gli organi ispettivi nell’Osservatorio provinciale della cooperazione, dove con le forze sindacali contrastiamo le esperienze spurie. I controlli vanno intensificati.

È necessario un salto culturale complessivo, l’affermarsi di una responsabilità diffusa a partire dal basso. Su questo piano ribadiamo la nostra piena disponibilità ad attivare collaborazioni per pervenire a una filiera inclusiva ed etica. Perché non aprire uno spazio di confronto tra i differenti attori e iniziare a sperimentare soluzioni preventive con chiarezza e trasparenza?

Alessandro Durando, presidente Confcooperative Cuneo

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