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Fra Tartufone racconta il Vangelo con la lingua del popolo

Fra Tartufone racconta il Vangelo con la lingua del popolo

LIBRO «Spesso una risata mi aiuta a entrare nella profondità del Vangelo. Sono del parere che chi non è ironico non è una persona seria. Mi ha sempre colpito che Gesù disse ai discepoli che era venuto per le pecore disperse di Israele e oggi ci sono tante persone lontane dalla Chiesa che in realtà sono disponibili a incontrare Cristo. Cerco di raggiungerle con il mio linguaggio, imparato nelle palazzine popolari di Sant’Antonio Abate, dove sono nato. Mi fa piacere riuscirci anche con una battuta»; così fra Alfonso Longobardi, detto Tartufone, sacerdote dell’Ordine dei Minimi di san Francesco di Paola, si diverte a riscrivere in modo leggero e personale alcuni brani evangelici.

QUEL BRIGANTE DI GESÙ
Alfonso Longobardi
Edizioni San Paolo
256 pagine
18 euro

Con la gentilezza, l’ironia e la discrezione che lo caratterizzano, frate Alfonso affronta i Vangeli e va al centro della Passione e della vita di Cristo, portando il mistero vicino, all’uscio delle anime, che spesso sembrano stanze buie da rassettare e ascoltare.Fra Tartufone racconta il Vangelo con la lingua del popolo 1

«Puoi prendere anche le batoste dalla vita, subire pure tutte le ingiustizie di questo mondo ed entrare in crisi, chiuderti in te stesso, isolarti, stare nella rabbia e con la morte addosso, ma a un certo punto l’amore eterno di Cristo morto e risorto, che in te è presenza viva, ti farà sentire la nostalgia di un’autenticità non vissuta che ti chiede la carità di manifestarsi perché ti vuole far star bene. Possiamo essere certi che questa nostalgia, a un certo punto, sarà come una voce, si farà sentire così forte che non potremo non ascoltarla».

Un libro particolare, denso di aspetti teologici ma al contempo profondamente umano; pagine che fanno riflettere, ma che scorrono, a cui si può anche non dare una sequenza di lettura. Ogni capitolo affronta un episodio della vita di Gesù, e il commento che ci offre fra Alfonso è sempre originale, mai scontato e soprattutto scritto con grande leggerezza, colta fin dall’incipit: «“C’è il bianco, il nero e mille sfumature”. Così cantava un po’ di tempo fa Zulù dei 99 Posse; allora avevo appena diciotto anni e quelle sue parole oltre a farmi ballare mi facevano riflettere, tanto». Il libro è un cammino dietro le tracce di quel Gesù che per molti fu un brigante, al punto che gli fecero fare una brutta fine, ma che proprio da quella fine ci ha insegnato che tutto può ricominciare. Come fare? «È facile, basta cercarlo, e trovarlo e soprattutto viverlo nella quotidianità. Non è semplice, ma almeno ci si prova. Quel brigante di Gesù ci aiuta proprio a fare questo».

Walter Colombo

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