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La situazione in Piemonte illustrata dal presidente Cirio

Cirio, inaccettabile 20mila cattedre Piemonte vuote

COVID-19 Questa mattina, giovedì 15 ottobre, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio è intervenuto ai microfoni di Radio Capital spiegando che «il sistema sanitario piemontese sta tenendo, ma abbiamo comunque paura perché anche i sistemi più rodati hanno dei punti di massima allerta e questa crescita dei contagi ci spaventa. I sacrifici che dobbiamo fare, attenendoci alle regole più rigorose, servono perché il sistema sanitario regionale tenga in modo efficace».

«Sono preoccupato, la situazione sarà migliore o peggiore sulla base delle decisioni che prendiamo adesso perché ormai riusciamo a prevedere i 10-15 giorni di ondata, in aumento o in diminuzione», aggiunge Cirio. «Se vogliamo salvare il Natale, visto tutto ciò che comporta in termini di occupazione e di lavoro e di ritorno economico per il territorio, dobbiamo pensarci adesso. Le scelte vanno fatte oggi senza aspettare neanche un minuto».

Per garantire il presidio «massimo e assoluto» del territorio, la Regione Piemonte con la Protezione civile allestirà punti di accesso e controlli rapidi «a tutti i valichi di confine con la Francia, dove i contagi sono altissimi». Lo afferma il governatore Alberto Cirio, ricordando ai microfoni di Radio Capital che gli aeroporti «di Torino e di Roma sono stati i primi in Italia ad allestire la possibilità di fare controlli» con i Covid test point.

«Se si dovranno fare lockdown dovranno essere per aree omogenee. E comunque lavoro e scuola devono essere salvaguardate fino alla fine», spiega Cirio.

«Siamo un Paese in cui, per evitare di infettare i bambini sul pullman, non li mandiamo a scuola invece di mettere un pullman in più. Io credo invece che questa debba essere l’ultima scelta». Così commenta, ai microfoni di Radio Capital, il presidente della Regione. «In estate, insieme al presidente Bonaccini, abbiamo detto al governo di raddoppiare i pullman per il trasporto scolastico, ma purtroppo il nostro appello non è stato ascoltato. Evidentemente per mettere i pullman bisognava pagarli e, quindi, tra i vari roboanti stanziamenti milionari ce ne doveva essere uno per raddoppiarli. Adesso ci troviamo nella scelta obbligata di ragionare sulla chiusura degli ultimi anni delle scuole».

Ansa

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