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Pista ciclabile al posto della ferrovia Alba-Asti? Peccato che ne abbiamo già una e funzionante!

LETTERA AL GIORNALE Egregio direttore, ho letto con interesse gli articoli di Gazzetta sui numeri dell’8 e 15 settembre che parlano di un nuovo protocollo d’intesa per la sistemazione della linea ferroviaria Alba-Asti, in cantiere presso la Regione Piemonte e che vedrebbe coinvolti anche l’ente turismo Langhe, Monferrato e Roero, nonché l’Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato.

La ferrovia Alba-Asti, nel tratto che attraversa il Comune di Neive.
La ferrovia Alba-Asti, nel tratto che attraversa il Comune di Neive.

Il mio interesse è dettato non solo dall’argomento specifico (il trasporto sostenibile), ma anche dal fatto che si parla di bicicletta, la mia passione. Ora leggo che a Bruno Murialdo piacerebbe vedere realizzata la proposta dell’assessore regionale Gabusi di trasformare la ferrovia Alba-Asti in una pista ciclabile, inglobando nel percorso nientemeno che la zona del Barolo. Credo che abbia dimenticato, il buon Murialdo, che Barolo e le sue vigne sono sul versante opposto.

“Poche idee, ma confuse”, direbbe qualcuno. Il guaio è che la confusione è a monte della questione, perché l’assessore Gabusi, che vuole essere “chiaro” e “realistico” sembra aver dimenticato (tu quoque, Brute!) che una pista ciclabile tra Alba e Asti esiste già: si snoda lungo il Tanaro, offre un’esperienza unica a chi la percorre ed è fruibile, a eccezione di un breve tratto sotto il comune di Barbaresco, distrutto dall’alluvione del 2016; nell’attesa che chi di dovere provveda al ripristino di questo tratto, è possibile seguire comunque un percorso alternativo fino al ponte sul Tanaro in direzione di Neive.
A cosa serve, dunque, una seconda pista ciclabile? E sarebbe parimenti praticabile, visto che dovrebbe seguire l’attuale percorso della ferrovia? Ma, nell’ipotesi che una simile idea andasse in porto, con quale denaro verrebbe realizzato il progetto di trasformazione? Quanto costerebbe il solo ripristino della galleria Ghersi, necessario anche per il passaggio di una pista ciclabile? L’ipotesi di spesa da 60 milioni per il ripristino della linea ferroviaria, cacciato dalla finestra, rientrerebbe dalla porta. Senza contare che, così facendo, verrebbe gettato alle ortiche il milione di euro già speso per il progetto da parte di Rfi. Così, tanto per essere chiari e realistici.

Concludo con una nota positiva: l’invito alla riflessione espresso dal sindaco Carlo Bo. Al quale chiedo sin d’ora di organizzare un incontro su questo delicato argomento con tutta la cittadinanza. Ritengo che in questa circostanza possano partire proprio dai cittadini proposte da prendere seriamente in considerazione, perché sono loro i primi veri fruitori del territorio e i destinatari di un servizio di trasporto locale sostenibile.

Lettera firmata

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