Cerruti: al posto del San Lazzaro puntiamo a un polo universitario

LA PROPOSTA  Perché non optare per i locali dell’ex ospedale San Lazzaro per riportare in città la facoltà di scienze infermieristiche, mettendo le basi per dare vita a un più grande polo universitario? Felice Cerruti, per 51 anni ai vertici di quella che sotto la sua guida è diventata l’odierna Banca d’Alba – uno degli istituti di credito cooperativo più importanti d’Italia –, oggi membro del Consiglio di amministrazione di Apro, in un’intervista realizzata per Confindustria Cuneo in vista di Alba Capitale della cultura d’impresa 2021, lancia la proposta per il futuro del nosocomio albese.

«Da sempre Alba è stata un punto di riferimento, la città da cui partono idee e iniziative che altrove sarebbero impensabili, una realtà in cui gli imprenditori vivono e sostengono la crescita dell’area, arrivando anche dove lo Stato taglia e toglie presìdi, com’è avvenuto con la soppressione del Tribunale», premette Cerruti. Da qui il lancio della proposta alle istituzioni, a partire dal sindaco Carlo Bo, e agli imprenditori albesi: «Sentiamo dire da più parti che il futuro dell’ex ospedale San Lazzaro non è chiaro; allora, perché non realizzare un polo universitario capace di diventare una vera e propria città degli studi, in cui possano anche vivere i laureandi?».

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Per l’ex nosocomio di Alba il destino è ancora incerto; prima in vendita, poi ipotetica casa della salute.

L’ex presidente di Banca d’Alba indica i tanti benefici che ne potrebbero derivare: «Innanzitutto, troveremmo una destinazione per un’area che rischia di rimanere vuota a ridosso del centro, con il pericolo di veder arrivare degrado e incuria. In secondo luogo potremmo lanciare l’immagine di un’Alba giovane e dinamica, in cui si studia e si fa ricerca anche a servizio delle aziende del territorio, eccellenze a livello mondiale nel campo della tecnologia applicata ai vari settori. Nel 2021 Alba sarà Capitale della cultura d’impresa, un riconoscimento importante, che si alimenta con lo studio, l’impegno e la ricerca. Penso che un polo universitario possa diventare un grande valore aggiunto per la città».

Cerruti conclude lanciando un appello all’unione delle forze, che ha permesso di ottenere risultati incredibili sul territorio: «La mia è solo la proposta di un albese che vuole il meglio per la sua terra. Lancio questa idea al sindaco, al Consiglio comunale, agli imprenditori del nostro territorio. Quando tutti hanno lavorato per un obiettivo comune, Alba ha raggiunto dei traguardi straordinari».

Il sindaco concorda con il consigliere Marengo su scienze infermieristiche nei locali che furono del liceo artistico

Come abbiamo spiegato la scorsa settimana, Alba pensa di riattivare il corso di laurea in scienze infermieristiche nel complesso della Maddalena. Ha lanciato l’idea Gionni Marengo, presidente di Apro, il quale sottolineò nel 2017, da consigliere di opposizione, all’atto della chiusura: «La scuola di Piana Biglini è stata una conquista per l’Asl Cn2: consentiva la formazione d’infermieri professionali e un importante collegamento con il settore della ricerca. La chiusura rappresenta un’ulteriore perdita per il territorio, che si affianca a quelle del Tribunale, della Guardia di finanza, dell’ospedale (che ora c’è, ndr), dell’autostrada mai utlimata».

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Il Comune vorrebbe il corso di laurea nel complesso della Maddalena.

Spiega il sindaco di Alba Carlo Bo: «Da mesi ci stiamo confrontando con l’Università del Piemonte orientale Avogadro per capire se ci siano le condizioni per riportare il corso di laurea ad Alba. L’Avogadro ha chiesto di usufruire di locali nel centro e che il Comune albese finanzi l’attività di due ricercatori. Con il consigliere Gionni Marengo abbiamo visitato diverse strutture del patrimonio comunale. L’edificio che riteniamo idoneo è il complesso della Maddalena, nella manica occupata in passato dal liceo artistico». Il primo cittadino precisa ancora: «L’obiettivo è accogliere un centinaio di studenti. Al momento si tratta di un’ipotesi che andrà valutata con il rettore e con l’Asl Cn2, oltre che con la fondazione Cassa di risparmio di Cuneo e la fondazione Nuovo ospedale. Il progetto non andrebbe a invadere gli spazi in cui la passata Amministrazione ha pensato di realizzare il Museo del tartufo». Il consigliere Marengo, che ha lanciato la proposta dalle colonne di Gazzetta d’Alba, aggiunge: «Le sedi distaccate della facoltà di scienze infermieristiche si trovano in questo momento a Torino e Cuneo, dove si formano molti giovani albesi intenzionati a lavorare come infermieri. Il nostro obiettivo è farli tornare a studiare in città, visto quanto è importante formare professionisti per gestire la situazione sanitaria: lo stiamo vedendo nell’attuale contingenza pandemica».

Marcello Pasquero

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