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Coldiretti Cuneo: il documentario Né tonda né gentile è online (video)

È visionabile sul canale YouTube di Coldiretti Piemonte. Smaschera la realtà produttiva turca che fa concorrenza sleale alla nocciola Made in Piemonte

Coldiretti Cuneo: il documentario “Né tonda né gentile” è online

COLDIRETTI Esce oggi, domenica 1° novembre 2020, sul canale Youtube di Coldiretti Piemonte il documentario Né tonda né gentile, nato da un’idea di Coldiretti Piemonte e realizzato dal giornalista Stefano Rogliatti.

«Con questo documentario intendiamo portare avanti un’operazione di trasparenza e, in epoca Covid, la diffusione deve necessariamente fare ricorso al web» spiega Roberto Moncalvo, delegato confederale di Coldiretti Cuneo, che aggiunge: «Ci rivolgiamo ai nostri soci, a tutti i corilicoltori ma non solo: vogliamo arrivare all’intera popolazione per smuovere le coscienze intorno al tema di un’agricoltura equa, sostenibile e giusta e mostrare che cosa avviene veramente in Turchia, da dove proviene il 70% della produzione mondiale di nocciole».

I lavoratori delle nocciole in Turchia, minori compresi, sono pagati con meno di 10 euro al giorno, senza avere garantite le minime necessità della vita quotidiana, per non parlare di tutele sanitaria o previdenziale. È il quadro di sfruttamento e precarietà che emerge forte e chiaro dal documentario – girato proprio nei luoghi di produzione della nocciola turca nel periodo della raccolta – che ricorda come il 95% delle nocciole sia destinato all’industria dolciaria. Ciò significa che dietro ai dolci che mangiamo c’è un lavoro molto rischioso, svolto senza tutele, senza contratto e in condizioni di sostanziale schiavitù.

Altre immagini del documentario di Rogliatti fanno riflettere: la nocciola turca viene prodotta con metodi rischiosi per la salubrità del prodotto. Ne sono un esempio le modalità di raccolta in climi particolarmente umidi e, ancora di più, i sistemi di essiccazione molto rudimentali praticati addirittura lungo le principali vie di comunicazione. In queste condizioni – rimarca Coldiretti – è inevitabile la maggior possibilità di contaminazioni del prodotto finale.

«Abbiamo voluto portare alla luce quello che, spesso per comodo solo di certe industrie, non si vuole far emergere, ma riteniamo sia una denuncia doverosa e importante per far comprendere ai principali acquirenti l’importanza di sostenere la nostra produzione attraverso un’equa remunerazione dei corilicoltori locali, del loro lavoro e dei valori racchiusi nel prodotto stesso» dichiara Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo.

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