Finanza regionale: il Piemonte chiede una deroga alle sanzioni sul bilancio

Dal Consiglio via libera al bonus artigiani

BILANCIO REGIONALE La discussione sul Documento di economia e finanza regionale (Defr), aperta oggi in Consiglio regionale, è stata l’occasione per lanciare una richiesta di deroga al Governo per il 2021 sulle norme che regolano le sanzioni relative al bilancio. Lo ha fatto l’assessore Andrea Tronzano, descrivendo la grave situazione in cui versa il bilancio regionale e le prospettive dei prossimi anni.

«Nel 2020 mutui e anticipazioni gravano sul bilancio per quasi 500 milioni», ha spiegato Tronzano. «Nel 2021 e nel 2022 andrà peggio, con 557 milioni nel 2021 e 558 nel 2022. Nel contempo si presume che già a dicembre avremo minori entrate annue fino a oltre 200 milioni. È evidente che ci troviamo in una situazione di grande difficoltà, con un’emergenza che chiede più risorse. Ma occorre mantenere l’equilibrio di bilancio, se si vogliono evitare le sanzioni previste dalla legge. Sono sanzioni compatibili con un periodo pre-Covid, ma in questa situazione sarebbe necessaria una deroga almeno per il 2021. Noi dobbiamo comunque mantenerci dentro il perimetro tracciato dalla legge nazionale».

Tronzano ha poi ricordato l’impegno della Regione per dare fiato alla liquidità del tessuto economico regionale con i 131 milioni del bonus Piemonte, ha ribadito la politica di riduzione delle tasse attraverso l’intervento sull’Irap e il fondo per la riduzione fiscale e la volontà di arrivare a una web tax, su cui sollecitare il governo. Gli investimenti, anche attraverso l’utilizzo del recovery fund e della nuova programmazione dei fondi europei, per sostenere le imprese nel processo di innovazione e per attrarne di nuove, sono l’altro pilastro su cui punta l’amministrazione regionale per fronteggiare una situazione economica che nel 2021 prevede un calo tra il 7% e il 9% del Pil regionale e un tasso di disoccupazione del 10,2% (Dati Ires).

Nella discussione generale, il capogruppo della Lega Alberto Preioni ha espresso soddisfazione per il riparti Piemonte «di fronte a una situazione davvero molto difficile, soprattutto per le partite Iva, che reggono il paese e a cui occorre dare risposte serie e veloci. Noi lo abbiamo fatto con il bonus che ha raggiunto 80 mila imprese. Ma non possiamo fare da soli, deve esserci un intervento del governo con aiuti concreti a chi tiene in piedi l’Italia e con il sostegno alla regione, di fronte alle minori entrate previste e alle grandi difficoltà di bilancio, soprattutto a causa dei derivati che abbiamo ereditato».
Critiche al Defr sono venute dalle opposizioni. Maurizio Marello (Pd) ha parlato di una occasione persa: «Una sorta di adempimento burocratico, con una gestazione troppo lunga, un copia-incolla dal Defr dell’anno scorso, senza alcuna indicazione delle strategie politiche e delle linee programmatorie sulla cui base una amministrazione costruisce i bilanci e le politiche economico-finanziarie, specie in un momento inedito come quello che stiamo attraversando».
Una opinione condivisa da Ivano Martinetti (M5s): «Il testo è lontano dai requisiti richiesti dal documento principe della programmazione regionale, l’analisi è spesso farraginosa, raramente sono esplicitati gli obiettivi macroeconomici e di finanza pubblica. Un prodotto già debole in una situazione normale, adesso sarebbero necessarie ben altre riflessioni».

Critico sul Defr anche Marco Grimaldi (Luv): «Un documento vuoto, senza visione nè prospettiva, incapace di proporre elementi di innovazione in una situazione che chiederebbe una politica lungimirante».
Paolo Bongioanni (Fdi), invece dà un parere positivo sul Defr: «È importante il sostegno alla competitività delle imprese, anche con strumenti specifici, come l’affiancamento degli imprenditori con esperti qualificati per aiutare la ripresa delle aziende e dei livelli occupazionali». Il Consiglio ha avviato l’esame dei 22 emendamenti presentati dal M5s.
Il dibattito sul Defr è stato anche occasione per tentare di riaprire il confronto tra maggioranza e opposizione sull’assestamento, fermo in prima Commissione. Inviti in questo senso sono venuti dai banchi di Lega e Fratelli d’Italia. Dalla minoranza è stata data disponibilità a un confronto vero, in cui la maggioranza non prefiguri tempi e contenuti della discussione.

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