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Dogliani: L’approdo funziona, il Castello delle fate non ancora

Dogliani: il centro diurno per minorenni è entrato in attività

DOGLIANI Nonostante il difficile momento dovuto alla pandemia le strutture sociosanitarie continuano il loro lavoro sul territorio pur tra mille difficoltà organizzative. Un esempio è il centro diurno socioformativo L’approdo, aperto in primavera nei locali della Sacra famiglia e che ha continuato a operare sino a oggi. La struttura semiresidenziale, che si rivolge ai ragazzi dai 10 ai 18 anni con disturbi comportamentali di ritiro sociale e di natura psichiatrica, ora può ospitare al massimo cinque giovani, anche se nel territorio le segnalazioni di ragazzi che potrebbero avere bisogno di aiuto sono una quarantina. «Appena le condizioni lo permetteranno, vorremmo offrire ai ragazzi un progetto di autonomia e di relazioni, garantire o essere di supporto alla frequentazione scolastica, favorendo occasioni di socializzazione e integrazione nel tessuto sociale», spiega Gian Piero Porcheddu, direttore del consorzio sinergie sociali di Alba, affidatario dei locali del Comune e tutor del progetto, la cui gestione è stata affidata alla Cos (Cooperativa operatori sociali).

L’unica politica possibile, però, in questo momento è quella della condivisione, del dibattito e della consapevolezza. Per questi motivi si è deciso di proporre per giovedì 3 dicembre, dalle 14.30 alle 16.30 un momento di dibattito on-line tra addetti ai lavori per confrontare i vari modelli organizzativi presenti sul territorio regionale, come spiega Porcheddu: «A causa dell’emergenza legata al Covid-19 abbiamo dovuto rinunciare all’inaugurazione della struttura e a un convegno regionale che avrebbe avuto il compito di aprire un dibattito su queste esperienze. Abbiamo posticipato tutto al prossimo anno. Ciononostante, enti pubblici e terzo settore, hanno ritenuto utile promuovere un momento conoscitivo e una verifica delle attività svolte in questo periodo di emergenza nel centro L’approdo».  L’evento formativo a distanza è rivolto a professionisti e operatori sanitari e del sociale. Maggiori informazioni e il programma completo dell’incontro sono disponibili su www.coopcos.it.

Ancora tutto tace, invece, sul futuro del Castello delle fate, centro specialistico per ragazzi affetti da disturbi del comportamento alimentare, che sarebbe dovuto nascere all’interno della Sacra famiglia. Gli appelli lanciati alla Regione dal responsabile del progetto Gian Piero Porcheddu sono caduti nel vuoto. È un problema tecnico a fermare la sperimentazione sul nostro territorio. «Per sbloccare la situazione occorre integrare la delibera della Giunta regionale. Tutti gli elementi mancanti sono stati comunicati all’assessorato alla sanità. So che stiamo affrontando un’emergenza, ma ci sono attività che non si possono fermare. I disturbi alimentari rappresentano un problema che ha numeri in crescita anche in Piemonte, dove una persona su dieci è affetta da disturbo da alimentazione incontrollata e dove un ragazzo su dieci, tra i 14 e i 18 anni, è sovrappeso», aggiunge Porcheddu, che invita a fare presto. «È tempo che si parta. Invitiamo nuovamente tutte le parti in causa ad attivarsi perché la normativa regionale venga modificata e si possa iniziare il percorso. Questa situazione di lockdown rischia di colpire duramente proprio gli adolescenti più sensibili. Non possiamo più perdere del tempo».

Daniele Vaira

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