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I conti non quadrano neppure nell’Unione Roero, tartufo e Arneis?

I conti non quadrano neppure nell’Unione Roero, tartufo e Arneis?

SANTO STEFANO ROERO Chiarezza sulla partecipazione economica del Comune all’Unione Roero, tartufo e Arneis e richiesta di valutare l’iter per la dichiarazione del dissesto, in alternativa al piano di rientro dal debito milionario. Sono i punti che l’associazione Comuneroero ha sollevato con un comunicato della scorsa settimana. Spiega Cesare Cuniberto, presidente dell’associazione: «La gente è arrabbiata, chiede spiegazioni e noi non le abbiamo. Dopo le dimissioni del sindaco Giuseppe Costa, ci siamo rivolti al commissario, il viceprefetto Lorella Masoero, ma non ci sono arrivate risposte». La preoccupazione dei cittadini si unisce a quella per gli scenari elettorali futuri. Il commissariamento durerà fino alla prossima tornata elettorale. «Nel 2021, il rischio è che non si presenti nessuno oltre al vicesindaco uscente, all’opera per rimettersi in pista, nonostante anni di gestione economica disastrosa», dice Cuniberto.

I dubbi vertono su due aree specifiche. Il debito da ripianare, circa 930mila euro, è stato gonfiato fino a un milione e 200mila euro dalla maxi-multa comminata per lo sforamento del Patto di stabilità. «Ci chiediamo se non sia più sensato, a questo punto, presentare la richiesta di dissesto», prosegue Cuniberto passando a tratteggiare i punti salienti del provvedimento. Il Comune dovrebbe mettere in vendita tutti quei beni che non sono strettamente necessari alle funzioni amministrative. Inoltre, sarebbe tenuto a rispettare soglie di spesa per il personale, licenziando quello in eccesso. A Santo Stefano non abbiamo questi problemi perché i dipendenti sono pochi. In questo modo ripartiremmo da zero e i cittadini non sarebbero gli unici a pagare». C’è però un neo: «I fornitori entrerebbero a parte e perderebbero quote di credito».

L’altro tema caldo investe l’Unione collinare Roero, tartufo e Arneis: con l’uscita di Vezza, è rimasto solo Montaldo. «La legge europea richiede due requisiti: che il territorio abbia più di 5mila abitanti o che ci siano almeno tre Comuni membri. Visto che queste condizioni non sussistono la prassi imporrebbe di chiudere e liquidare le spese: il nostro timore è che, dalla contabilità, esca fuori un altro buco nero. Sinora non ci sono state valutazioni né a Santo Stefano, né altrove», afferma Cuniberto.

I sospetti sono confermati da Fulvio Coraglia, sindaco di Montaldo Roero, che commenta: «Il problema con i conti dell’Unione esiste; è inutile negarlo, ma è ancora presto per parlarne. Il commissario deve poter fare il proprio lavoro fino a toccare anche questo capitolo». Le difficoltà finanziarie hanno impedito quest’anno all’ente di chiudere il bilancio. «Si è chiesta una proroga alla Regione che non ha ancora risposto a causa del Covid-19. Siamo i primi a voler approfondire, ma fare polemica, oggi, non serve», aggiunge Coraglia. Inevitabile parlare di cifre per quello che appare il nuovo capitolo della storia dei disavanzi nel Roero: «L’entità è sicuramente inferiore rispetto al debito di Santo Stefano», conclude Coraglia.

Davide Gallesio

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