Il presidente regionale dell’Uncem: agricoltura e turismo sostenibili per lo sviluppo della montagna

Il presidente regionale dell'Uncem: agricoltura e turismo sostenibili per lo sviluppo della montagna
Il presidente dell'Uncem Piemonte Roberto Colombero.

ENTI LOCALI Il nuovo presidente dell’Uncem Piemonte, Roberto Colombero, 44 anni, di Canosio, in Valle Maira, rivendica il ruolo importante dell’Unione nazionale dei Comuni e degli enti montani per lo sviluppo della Regione e del Paese, partendo proprio da quanto ha fatto l’organismo negli ultimi 15 anni, sotto la presidenza di un altro cuneese, Lido Riba, oggi consigliere comunale di Ostana, eletto presidente emerito. «Il grande lavoro fatto da Uncem in 15 anni ha cambiato il modo di vedere la montagna. Non è più un territorio che ha bisogno di assistenzialismo, ma una realtà produttiva che può essere un motore di sviluppo. Non è semplice, ma bisogna crederci. Il lavoro da fare è molto, e in tanti campi, da quello dell’energia, utilizzando risorse come l’acqua e il legno, al miglioramento della connettività con la banda ultralarga, fino a battaglie come quelle per migliorare i collegamenti internazionali», afferma Colombero.

Per zone montane si intendono sia le vallate alpine che le colline dell’alta Langa. Sono aree con esigenze e problemi diversi tra loro?
«Non credo ci siano tante differenze tra realtà come l’alta Langa, il Cebano e l’alta Val Tanaro e le altre vallate montane della provincia di Cuneo o del resto del Piemonte. Anzi, ritengo che alcune campagne che stiamo portando avanti sulla difesa di servizi come gli sportelli bancari e le Poste, riguardino anche le aree collinari non montane, come la bassa Langa albese o il Roero».

Ha parlato di Poste. Qual è la situazione?
«Con Poste italiane, assieme all’Anci, sono stati ottenuti risultati significativi evitando la chiusura di uffici e installando i Postamat nei paesi senza sportelli».

In alta Langa, come in altre zone montane, esiste da anni il problema della desertificazione commerciale. Qual è la vostra posizione?
«Chi non si è rinnovato ha fatto fatica, mentre chi ha proposto qualcosa di diverso e innovativo è riuscito ad andare avanti. Sarebbe importante, e come Uncem lo sosteniamo da tempo, ottenere una fiscalità differenziata. In montagna o in alta collina un’attività commerciale è tale solo per 3-4 mesi all’anno, quando ci sono i turisti. Negli altri mesi diventa un servizio pubblico per i residenti ed è quindi il pubblico che deve intervenire a sostegno di queste attività».

Da tempo, non soltanto in alta Langa, gli allevatori devono fare i conti con i lupi.
«Il lupo è un elemento in più che mette a rischio le aziende, ma questo problema ha avuto, se vogliamo, il “merito” di accendere i riflettori sul settore primario e sulle difficoltà che incontra. Si deve operare per sostenere chi lavora tutto l’anno nei territori montani. Il turismo e l’agricoltura sostenibili devono andare di pari passo e possono diventare il motore di sviluppo delle zone montane per i prossimi 20 anni».

Corrado Olocco

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