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La guida Gambero rosso conferma le tre forchette a Enrico Crippa

Il Piazza Duomo al 17° posto tra i migliori ristoranti del Mondo
Enrico Crippa

CHEF Un anno fa gli chef erano sul tetto del mondo, adesso molte insegne della ristorazione lottano per la sopravvivenza. La pandemia ha sconvolto un settore simbolo del Made in Italy nel mondo ma, ciononostante, il Gambero rosso fotografa, con la guida Ristoranti d’Italia 2021 non solo l’eccellenza della cucina e del servizio in sala ma soprattutto un’imprenditoria che tiene duro e cerca di salvare insegna e posti di lavoro ripensando proposte, menu, servizi.

Piazza Duomo nella top mondiale dei ristoranti di verdure
Enrico Crippa nell’orto della Tenuta Monsordo Bernardina

«La gran parte riparte. A ogni livello», ha detto il direttore della guida Laura Mantovano. «I campioni hanno studiato proposte alternative per avvicinare la clientela locale e le nuove generazioni all’alta cucina. Come Gambero rosso siamo tornati in pista per far gioco di squadra, dando vita a una guida non soltanto di giudizio ma anche di servizio, una guida in grado di raccontare come la ristorazione a ogni livello ha reagito di fronte alla crisi». È per questo che Ristoranti d’Italia del Gambero Rosso 2021 mette da parte i voti;  rimangono le forchette, sono 38 i ristoranti a cui vengono assegnate le  tre forchette.

  • Piazza Duomo ad Alba chef Enrico Crippa;
  • Villa Crespi a Orta San Giulio (Novara) chef Antonino Cannavacciuolo;
  • Da Vittorio a Brusaporto (Bergamo) dei fratelli Cerea;
  • Dal pescatore a Canneto sull’Oglio (Mantova) Antonio e Nadia Santini e figli;
  • Miramonti l’altro a Concesio (Brescia) chef Philippe Lèvaillè e brigata al femminile;
  • D’O a Cornaredo (Milano) chef Davide Oldani;
  • Lido 84 a Gardone Riviera (Brescia) dei fratelli Camanini, Riccardo chef e Giancarlo;
  • Enrico Bartolini mudec restaurant a Milano dell’imprenditore toscano Enrico Bartolini;
  • Berton a Milano di Andrea Berton;
  • Cracco a Milano, chef Carlo Cracco;
  • Seta by Antonio Guida a Milano;
  • Vun Andrea Aprea dell’hotel Park Hyatt Milano;
  • La peca a Veneto Lonigo (Vicenza) chef Nicola Portinari;
  • Le calandre a Rubano (Padova) chef Massimiliano Alajmo;
  • Hubertus dell’hotel Rosa alpina a San Cassiano (Bolzano) chef Norbert Niederkofler;
  • Laite a Sappada (Udine) di Fabrizia Meroi e Roberto Brovedani;
  • Agli amici dal 1887 a Udine di Emanuele Scarello;
  • Osteria francescana a Modena chef Massimo Bottura;
  • Enoteca Pinchiorri a Firenze chef Annie Feolde;
  • Lorenzo a Forte dei Marmi (Lucca) della famiglia Viani, chef Gioacchini Ponzelli;
  • Da Caino a Montemerano (Grosseto) chef Valeria Piccini;
  • Il piccolo principe del grand hotel Principe di Piemonte a Viareggio (Lucca) chef Giuseppe Mancino;
  • Madonnina del pescatore a Senigallia (Ancona) chef Moreno Cedroni;
  • Uliassi a Senigallia (Ancona) chef Mauro Uliassi;
  • Casa Vissani a Baschi (Terni) chef Gianfranco Vissani;
  • Pascucci al porticciolo a Fiumicino (Roma) chef Gianfranco Pascucci;
  • La trota a Rivodutri (Rieti) dei fratelli Maurizio e Sandro Serva;
  • Glass hostaria a Roma chef Cristina Bowerman;
  • Imàgo dell’hotel Hassler a Roma chef Andrea Antonini;
  • Il pagliaccio a Roma chef Anthony Genovese;
  • La pergola dell’hotel Rome Cavalieri a Roma chef Heinz Beck;
  • Reale a Castel di Sangro (L’Aquila) chef Niko Romito;
  • Taverna Estia a Brusciano (Napoli) chef Francesco Sposito;
  • Don Alfonso 1890 a Massa Lubrense (Napoli) chef Alfonso Iaccarino;
  • Quattro passi a Massa Lubrense (Napoli) della famiglia Mellino;
  • Torre del saracino a Vico Equense (Napoli) chef Gennaro Esposito;
  • La madia a Licata (Agrigento) di Pino Cuttaia;
  • Duomo a Ragusa chef Ciccio Sultano.

«La ristorazione è parte integrante della storia e del Dna del Gambero Rosso e siamo sicuri che lavorando insieme anche questa volta, torneremo presto a riempire tavoli della migliore ristorazione italiana» ha concluso l’Amministratore delegato del Gambero Rosso Luigi Salerno.

Ansa

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