L’associazione Giulio Parusso e Alba nel ’900

MEMORIA Giulio Parusso avrebbe apprezzato l’idea del nuovo libro fotografico che dà corpo e continuità al convegno dell’associazione fondata in suo nome, dedicato un anno fa alle immagini storiche di via Maestra. Fotografie che raccontano un centro città e un commercio caratterizzati da luoghi e personaggi, non da marchi, presenti nell’immaginario, al punto da sostituire in esso, non di rado, l’indicazione di vie e numeri civici. Per Come eravamo. Alba, una passeggiata in via Maestra e dintorni, nel secolo scorso (stampato dall’Artigiana) è toccato a Nando Vioglio l’onere di scrivere il testo che affianca lo scorrere delle fotografie con aneddoti e dati storici per ricostruire il contesto. Per usare le parole di Roberto Ponzio, presidente dell’associazione Giulio Parusso, l’opera di Vioglio è «accattivante, non sommerge le foto ma le accompagna». «Ho diviso il libro in quattro sezioni: il paesaggio della vecchia città, la piazza ora intitolata a Michele Ferrero, i dintorni e via Maestra», ha detto l’autore nel corso del breve incontro di presentazione nella sede dell’Associazione commercianti albesi, presenti il sindaco Carlo Bo, il presidente dell’Aca Giuliano Viglione, Ettore Paganelli, storico sindaco e poi consigliere regionale e deputato.

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La copertina del volume

La scelta iconografica è stata curata con l’aiuto di Tonino Buccolo, già veterano di pubblicazioni – con Enrico Necade e Vittorio Riolfo – come Alba un secolo e Alba com’era. Come Vioglio, anche Buccolo ha messo in risalto il momento di «grande fermento culturale degli anni Sessanta e Settanta, quando il centro di Alba ospitava nomi del teatro, dell’arte, della scienza».

Allo stesso tempo Come eravamo riprende i temi di una delle opere maggiori di Parusso, Palazzo e città, lo sviluppo urbanistico. E mostra grandi e piccoli gioielli andati perduti in nome della modernità e della fame d’alloggi di una città cresciuta in fretta e – detto con il senno di poi – probabilmente non troppo consapevole del valore di quanto si sarebbe abbattuto.

Ecco quindi gli scorci di via Maestra con il settecentesco palazzo Monferrato di fronte a San Damiano e a fianco della Maddalena; il gioiellino liberty della sede di Poste e telegrafi nella galleria della Maddalena; il casello daziario a porta Tanaro (oggi piazza Garibaldi).

Ma l’idea dietro il libro non è di alimentare nostalgia, sentimento dolce ma sterile e neppure il semplice amarcord; piuttosto, dice Ponzio, «l’iniziativa ha anche uno scopo propulsivo. Dietro il volume sta la tradizione storica dell’albesità che ci viene da Giulio Parusso, in senso ideale e concreto. Del resto il nocciolo del materiale pubblicato (oltre 120 fotografie) proviene dall’archivio del Comune, il quale esiste proprio grazie all’iniziativa di Giulio».

L’associazione Giulio Parusso e Alba nel ’900

L’intenzione è che alla pubblicazione ne seguano altre, con l’auspicio che gli albesi forniscano altre immagini per alimentare l’archivio dell’associazione Parusso, dando modo di programmare altre serate – quella del 2019 ebbe numerose richieste di replica – e proseguire nell’azione di conservazione e divulgazione del patrimonio storico cittadino.

L’indirizzo di posta elettronica al quale rivolgersi è in fo@giulioparusso.org. La stessa e-mail è il contatto per chiedere copia del libro, il quale sarà presto distribuito anche nelle librerie cittadine.

Paolo Rastelli

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