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Doppi turni impossibili nelle scuole cuneesi: i presidi scrivono al prefetto

Il rientro a scuola a settembre presenta qualche criticità

CUNEO I presidi delle scuole superiori cuneesi scrivono al prefetto di Cuneo, Fabrizia Triolo, sul tema del rientro a scuola in presenza previsto per il 7 gennaio 2021, con particolare riferimento all’ipotesi dei doppi turni.

Secondo i presidi l’annunciato doppio turno con ingresso alle 8 e uscita alle 14 per una quota parte delle classi e un altro ingresso alle 10 con uscita alle 16 per le altre nella realtà cuneese confligge in modo irrimediabile con le finalità che il servizio di istruzione persegue e crea «difficoltà di gestione concreta insormontabili dalle quali deriverebbero effetti collaterali» che farebbero venir meno i livelli essenziali del diritto allo studio.

«È impensabile che i percorsi, i tempi e le geometrie di tutte le tratte coinvolte nel complesso dedalo dei trasporti scolastici cuneesi possano essere replicati nella fascia oraria successiva», scrivono i presidi che spiegano di aver avuto contatti informali con i gestori dei trasporti pubblici che «escludono, anche per carenza di mezzi e di risorse, che si possa duplicare il sistema complessivo del trasporto scolastico nelle due ore successive».

Una grande criticità segnalata dai presidi risiede nella rielaborazione dell’orario scolastico che, quest’anno, deve rispondere a vincoli molto restrittivi legati a un numero ridotto di aule adatte a rispettare il distanziamento; inoltre «il personale Ata che ha compito di igienizzazione continua dei locali, sulle scuole superiori non è stato potenziato come è invece successo alle scuole primarie. Estendere la permanenza a scuola su due turni, in sedi distaccate dove spesso il personale è ridotto ai minimi termini, rischia di rendere impossibile il rispetto dei protocolli Covid».

C’è anche la questione del pranzo: «Uno studente che parta alle 8 di casa per giungere a scuola alle 10, frequentare le lezioni fino alle 16 per poi rientrare in serata a dimora, quando e dove mangerebbe ogni giorno il pranzo? Le scuole non sono attrezzate al servizio mensa e i protocolli Covid ingiungono severe restrizioni sull’intervallo, che è stato infatti quasi generalmente abolito.

«Noi riteniamo che la miglior proposta sia la seguente: garantire il trasporto del 75% degli studenti, orientando le ulteriori risorse, anziché al raddoppio di tutte le corse, al potenziamento di quelle che ci sono alle 8 e alle 14 (e prevedendole con arrivi intervallati).  Prevedere, in ossequio al Dpcm, una didattica in presenza del 75% (che significa lasciare alle scuole la rimodulazione delle presenze e della didattica a distanza, portando a una presenza media – in un mese e a rotazione – di 3 settimane su 4», concludono i presidi.

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