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Il sistema piemontese di tutela dei minori è sano e, per molti aspetti, un modello per il resto d’Italia

MINORI «Lasciare i bambini in famiglia a tutti i costi non è la soluzione».  Lo hanno ribadito gli esponenti delle minoranze in Consiglio regionale basandosi su dati e diagnosi raccolte con l’indagine conoscitiva svoltasi da ottobre 2019 a luglio 2020.

«Il sistema di tutela dei minori piemontese è sano, ricco di professionalità di prim’ordine, fondato su una tradizione normativa, procedurale, operativa e di terzo settore che per molti aspetti ne ha fatto un apripista e un modello per il resto d’Italia, ma è affaticato e indebolito dalla carenza di personale e di risorse e dalla scarsa omogeneità territoriale e integrazione tra comparto sociale, educativo e sanitario, che rischiano di rendere gli allontanamenti tardivi», ha spiegato il consigliere Pd Monica Canalis.

Il sistema piemontese di tutela dei minori è sano e, per molti aspetti, un modello per il resto d’Italia
Monica Canalis, consigliere regionale del Pd

«La dialettica politica della maggioranza, a inizio 2020, ha descritto erroneamente il Piemonte come incapace di gestire adeguatamente gli allontanamenti di minori dalle famiglie d’origine, ma per la nostra regione è sbagliato parlare di “allontanamenti facili”, in numero eccessivo o motivati dalla povertà economica – ha dichiarato la vicesegretaria del Pd Canalis. «Il 96,44% dei 60.068 minori presi in carico dai servizi sociali al 31 dicembre 2018 era seguito in famiglia e il 58,17% dei 2.597 minori fuori famiglia era riconducibile alle seguenti tre tipologie: minori stranieri non accompagnati (17,67%), affidamenti intra familiari (24,68%) e affidamenti consensuali (15,82%). Solo il restante 41,83% è rappresentato da allontanamenti giudiziali extra familiari.  Si conferma pertanto che nella maggior parte dei casi l’allontanamento è l’estrema ratio, come previsto dalla Legge 184/1983, è consensuale, intrafamiliare o riguarda i minori soli provenienti da altri Paesi. Le cause più frequenti di allontanamento sono inoltre legate a carenze educative, problemi psichiatrici o dipendenze dei genitori e non alla povertà materiale. Il problema dell’eccesso di allontanamenti in Piemonte o dell’allontanamento fatto esclusivamente per carenza di reddito è dunque un problema che non esiste ed è stato circondato da una propaganda, politica e mediatica, che nuoce gravemente a tutto il sistema dei servizi e della rete di volontariato, che dimentica i dati di un contesto socialmente sempre più disgregato, tradisce un forte pregiudizio verso gli operatori, verso il lavoro fatto in passato anche dalle giunte di centro destra, verso i poveri, verso le famiglie affidatarie, verso la gravità dei maltrattamenti di natura psicologica accanto a quelli di natura fisica».

A supporto della medesima tesi sono intervenuti in conferenza stampa anche i consiglieri Silvio Magliano, capogruppo dei Moderati e Marco Grimaldi, capogruppo di Leu, ribadendo la correttezza del ruolo degli assistenti sociali e la necessità di un sostegno maggiore alle famiglie affidatarie.

In Piemonte occorre piuttosto un dialogo sereno e aperto con tutti gli attori coinvolti ed una concreta dotazione di risorse finanziarie per rafforzare le professionalità e le progettualità in campo. È indispensabile ripensare in modo organico i diversi interventi, prevedendo una maggiore collaborazione tra il settore educativo, sanitario e sociale e una maggior omogeneità territoriale.

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