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L’Italia prepara il suo piano per il vaccino anti Covid

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VACCINO COVID Nel primo trimestre del 2021 arriveranno in Italia oltre 28 milioni di dosi di vaccini anti Covid, se i processi autorizzativi non subiranno rallentamenti. Dalle tabelle del ministero della salute sono previsti infatti 9,421 milioni per ogni mese da gennaio a marzo mentre nel secondo trimestre questa cifra salirà a 19,065 per un totale da aprile a giugno di oltre 57 milioni di dosi. Il grosso dei vaccini arriverà in estate: 74,03 milioni di dosi tra luglio e settembre, 24, 676 milioni al mese. Nell’ultimo trimestre del 2021 sono invece previste 34, 966 milioni di dosi (11,665 al mese) mentre nel primo trimestre del 2022 – allo stato l’ultimo ipotizzato per la distribuzione dei vaccini – dovrebbero arrivare in Italia le ultime 8,076 milioni di dosi del vaccino di Curevac (2,692 al mese)

Il piano vaccini prevede che pediatri, medici di base e farmacisti siano attivi per la somministrazione del vaccino anti Covid già a primavera che sarà gratis e per tutti. E 1.500 punti dove iniettare le dosi, compresi i drive-through, dove sarà necessario scendere dall’auto in maniera ordinata.

Il piano prende forma e il suo obiettivo è già stabilito: entro la fine dell’estate tutti gli italiani che lo vorranno potranno essere vaccinati con una rete di 1.500 punti dove iniettare le dosi.

L’annuncio arriva dal commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri, e da Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità.

Fin da ora gli esperti e lo stesso Arcuri sanno che non basterà avere a disposizione le strutture pronte e 202 milioni di dosi, il 13,4% di quelle che saranno distribuite in Europa. Per raggiungere l’immunità di gregge un ruolo importante sarà svolto da «una campagna di comunicazione massiva, con la quale si punta a far superare le remore» di una parte dei cittadini, spiega Arcuri, che riguardo al patentino per gli immunizzati aggiunge: tutto sarà registrato «nel sistema informativo», ma «davvero non riesco a capire per quali ragioni, se non per alcune tipologie di persone, la gente dopo quasi un anno passato in queste condizioni dovrebbe non avere voglia di farsi il vaccino». Riflessioni che arrivano alla luce dell’ultimo preoccupante dato: dall’inizio dell’emergenza un italiano ogni 36 è stato già contagiato dal virus.

Sulla macchina dell’organizzazione messa a punto dal ministero della salute, in collaborazione con Arcuri e la Difesa, resta l’incognita di un nuovo innalzamento della curva dei contagi tra febbraio e marzo, proprio quando il piano dovrebbe entrare nel vivo: in quel periodo la popolazione più anziana, gli over 80 prima e in seguito dovrebbe gradualmente essere coperta dal vaccino. «Proprio adesso – avverte il commissario – alleggerire le misure di contenimento significherebbe rischiare. Sarebbe davvero complicato realizzare la più grande vaccinazione di massa nel pieno della terza ondata». Dopo le prime somministrazioni, ai 300 punti inizialmente individuati, se ne aggiungeranno altri 1.200 e a essere coinvolti saranno 20mila tra infermieri e medici, compresi quelli di base, i pediatri e il personale delle farmacie. Fin da subito ci sarà il supporto di unità mobili che raggiungeranno ospedali e Rsa per il supporto ai pazienti che non possono spostarsi. Un sistema informativo, messo in piedi da Eni e Poste Italiane, prevede alcune fasi fondamentali tra la distribuzione e il tracciamento del vaccino man mano che viene «movimentato» sul territorio: prenotazione, accettazione ed erogazione. Ci sarà anche farmacovigilanza, follow up e l’integrazione con i sistemi sanitari nazionali e con le anagrafe vaccinali delle regioni. Il team per somministrazione sarà formato da un medico e quattro infermieri oltre a personale amministrativo e operatori socio sanitari e per la vaccinazione di massa saranno adibiti dei drive-through, come già succede per i tamponi. Ma in questo caso «le persone dovranno scendere» e non riceveranno la dose in macchina: dimostreranno la prenotazione, faranno il vaccino, attenderanno il tempo che serve perché tutto sia compiuto ordinatamente e andranno via». Un sistema che, almeno sulla carta, puta a «evitare caos e folla».

In attesa delle autorizzazioni europee sulle varie tipologie di dosi seprimentate – e prima che la macchina parta a fine gennaio con le somministrazioni già ad 1,7 milioni di italiani tra personale sanitario e anziani – un primo banco di prova in Italia è previsto il 9 dicembre e riguardala scadenza del bando per l’approvvigionamento di aghi per le siringhe. «Non c’è da fare altro che aspettare la richiesta pubblica di offerta. Non ho traccia di preoccupazione su questa faccenda», assicura il commissario, ora alle prese con un 13% di strutture che ancora non dispone della cella frigorifera necessaria per conservare alla temperatura adeguata il vaccino Pfizer.

Ansa

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