Next Generation Eu in Piemonte: ecco le idee del Pd regionale

«Ecco mancanze e suggerimenti per un piano piemontese che va ridefinito: manca di un’autentica capacità di pianificazione, di una visione complessiva e strategica».

Next Generation Eu in Piemonte: ecco le idee del Partito democratico

TORINO Il gruppo consiliare Partito Democratico ha divulgato una relazione su Next Generation Eu in Piemonte. Il Next Generation è il piano ambizioso da 750miliardi di euro, di cui 390miliardi di sovvenzioni e 360 di prestiti, con cui l’Unione europea intende sostenere la ripresa di tutti i Paesi colpiti dalla pesante crisi sanitaria, con una svolta radicale nelle sue politiche di crescita e di sviluppo. La parte più consistente del fondo europeo è destinata all’Italia, per un ammontare di 209miliardi di euro. Il Governo ha individuato le sei Missioni in cui strutturare il Piano italiano: digitalizzazione e innovazione; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per la mobilità; istruzione, formazione, ricerca e cultura; equità sociale, di genere e territoriale; salute. Nelle scorse settimane la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha condiviso la preoccupazione e l’urgenza di definire modalità e tempi di coinvolgimento delle Regioni nella preparazione del Piano nazionale.

«Di fronte a una sfida e obiettivi strategici così ambiziosi, la Giunta regionale del Piemonte non si è certamente mostrata all’altezza», ha spiegato il gruppo Pd. «Innanzitutto è mancato finora un serio coinvolgimento del Consiglio regionale, che nella sua interezza dev’essere posto nelle condizioni di contribuire a declinare i cluster delle diverse missioni. Poi manca un’autentica capacità di pianificazione, una visione complessiva e strategica, mentre un intervento economico di tale portata epocale dovrebbe davvero contribuire a un cambiamento radicale del Piemonte, rappresentando nella sua consistenza un raddoppio del bilancio regionale. Non si ravvisa alcun progetto di ricerca in ambito sanitario, pur trattandosi di uno scenario importante nei prossimi anni, in una Regione che vuole realizzare il Parco della salute e della scienza di Torino e di Novara e che ospita un Parco tecnologico a Ivrea. Manca del tutto una programmazione in tema d’implementazione della sanità territoriale e domiciliarità, pur avendo dimostrato la recente emergenza sanitaria, come se ce ne fosse ancora bisogno, di quanto si tratti di una strada necessaria per curare meglio le persone, specie le più fragili, restituendo agli ospedali la loro vera missione di cura delle acuzie. Anche in materia di trasporto pubblico locale manca del tutto una progettazione che vada a colmare il deficit di collegamenti di tutte le aree del Piemonte da e verso il capoluogo e i principali centri urbani. Manca quasi del tutto un riferimento alle politiche giovanili e alle misure di contrasto al calo demografico. Assente anche un approfondimento sul contrasto all’inquinamento».

«Il piano piemontese va ridefinito», concludono gli esponenti Dem. «Queste sono, a nostro avviso,  le priorità per il Piemonte su cui avviare un serrato confronto con il Governo nazionale, la cui forte regia è imprescindibile: la transizione digitale, che non può riguardare la sola Pubblica amministrazione, ma deve interessare l’intero sistema economico e produttivo; vanno potenziate le reti digitali, anche per far uscire dall’isolamento interi paesi e le aree regionali a maggiore marginalità geografica, per arrestare, anzi invertire, lo spopolamento di territori montani e collinari e deflazionare la concentrazione nelle città; lo sviluppo dell’istruzione, della formazione, sia accademica sia professionale, con riferimento al mondo delle professioni e ricerca; un nuovo green deal per il contrasto al cambiamento climatico e la transizione verso un’economia green; contrasto all’inquinamento; lotta agli sprechi, con un approccio che dia attuazione all’economia circolare e del riuso; un piano straordinario di manutenzione del territorio e di rigenerazione urbana: il tema della protezione da dissesti, del miglioramento della situazione idrogeologica, dell’eliminazione dei dissesti è forse tra le parti più convincenti del piano, così com’è positivo tutto l’asse che riguarda la bonifica e il recupero di siti industriali dismessi, cui va connesso il recupero delle periferie, intese dal punto di vista geografico e sociale; il piano Salute 4.0 che coniughi lo sviluppo dell’alta ricerca all’interno dei due Parchi della salute e della scienza di Torino e Novara, la realizzazione di nuovi ospedali d’avanguardia e la modernizzazione di quelli esistenti, con un investimento straordinario della medicina e promozione della salute del territorio; un Piano scuola,che preveda edifici moderni e sicuri e servizi scolastici inclusivi e innovativi, una rinnovata coesione sociale, una Regione delle pari opportunità e un piano per l’occupazione giovanile e femminile; un piano per Industria 4.0, che scommetta su ricerca e intelligenza artificiale; una rinnovata politica per la mobilità sostenibile, che punti su progetti di rilievo internazionale come l’alta capacità ferroviaria e il rilancio del sistema aeroportuale, progetti come Metro2 a Torino (di cui sviluppare la progettazione esecutiva sull’intera tratta, nuovo parco bus e treni, nuovi percorsi ciclo-pedonali, per garantire a tutti l’accesso a un servizio di trasporto pubblico efficiente e integrato con un sistema articolato di servizi a domanda di micro-mobilità; cultura e turismo come strumenti di crescita di persone e territori e promozione di nuova occupazione».

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